Venerdì 20 dicembre alle 21.30 verrà intrapreso un “Viaggio… con la Musica nella Storia” al Tunnel Borbonico partenopeo (ingresso: via Morelli, 40 vicino al Garage Morelli). Ad accompagnare questo viaggio tra passato e presente, mentre si scende nei meandri della terra e nel profondo delle proprie emozioni, il sound di Mario Romano con la sua chitarra manouche, Gianluca Capurro alla classica e Ciro Imperato al basso. Un viaggio cominciato per i Quartieri Jazz alcuni anni fa, grazie ad una scommessa. A darle inizialmente vita tre talenti rigorosamente made in Campania.
Nasce così il Neapolitan Jipsy Jazz. Un po’ gitano e che strizza l’occhio all’Europa centrale, con influenze dall’America del Sud e dalla Francia ma anche dalla misteriosa e calda Africa, ed un po’ nostrano, con radici territoriali che affondano proprio nel cuore più vero della Napoli che si snoda tra vicoli e cortili. Sono proprio quei vicoli che poi portano al mare e lasciano estasiati davanti alla bellezza del mare, dominato dal Vesuvio, il gigante buono. Proprio questo mix di elementi ha dato vita all’ultimo lavoro ‘E strade cà portano a mare, i cui brani verranno eseguiti durante la serata. “Il sodalizio con Gianluca Capurro e Ciro Imperato – racconta Mario Romano – è nato anni fa.
Con Gianluca, infatti, ci conosciamo da molti anni, siamo cresciuti insieme nella scuola di musica ‘Musicisti Associati’ dove ora siamo noi ad insegnare chitarra ed anche questa è sicuramente una bella storia, di cui andiamo molto fieri. Con Ciro Imperato invece ci siamo conosciuti al Conservatorio di San Pietro a Majella, dove siamo stati compagni di classe nella sezione Jazz. Ricordo ancora Ciro 18enne… Come tutte le persone geniali risultava anche un po’ sbadato e imbranato, ma sin dai primi momenti, a differenza di altri, ho riconosciuto in lui un grande talento e direi di aver vinto questa scommessa, visto che oggi è un musicista molto stimato da tutti gli addetti ai lavori e dal pubblico ovviamente”.
Il loro “impasto” artistico ed umano produce un sound particolarissimo, internazionale ma dalla forte connotazione partenopea. Un mix nato dalla fusione delle caratteristiche di Gianluca Capurro, musicista molto eclettico che riesce a suonare in maniera trasversale tutti i generi e di quelle di Ciro Imperato artista musicale dedito all’ hard bop, molto legato sia alla tradizione che ad un jazz più contemporaneo. Poi c’è lui, Mario Romano, “ideatore del jipsy jazz napoletano”, come si definisce lui stesso. Partito dal fascino esercitato da Pino Daniele e dal movimento del neapolitan power, approda a Pat Metheny di cui è tuttora un grande estimatore. Da questo mix si accende la scintilla creatrice per andare oltre…
Il melting pot tra stili e colori, infatti, progressivamente dà vita ad un progetto musicale dal suono unico. Il terreno, quindi, è fertile e pronto per l’incontro magico con il jazz manouche, su cui in seguito si innesta un ritmo partenopeo nato dal vociare e dalle nenia che è possibile ascoltare nei vicoli. Quei vicoli che raccontano tante storie e nei quali scorre la vita. “Si tratta del Neapolitan jipsy jazz – spiega Romano – genere di cui posso vantare la paternità il . Un genere che lascia molto spazio al dialogo acustico tra le chitarre”.
La formazione però è cresciuta nel tempo ed al Mario Romano Quartieri Jazz Trio si è affiancata l’Ensemble denominata Orkestrine, che vede oltre a Mario Romano (chitarra classica e manouche) anche Emiliano Barrella (batteria), Luigi Esposito (pianoforte), Ciro Imperato (basso), Caterina Bianco (violino) e Martina Mollo (fisarmonica). Ora tutti insieme, compreso Gianluca Capurro, stanno lavorando alacremente al nuovo lavoro discografico,
Ufficio Stampa Mario Romano Quartieri Jazz
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