Arzano, minacce a giornalisti e carabinieri. “Fermi tutti o vi spariamo in fronte”

Minacce di morte a carabinieri e giornalisti, recapitata lettera anonima. A finire nel mirino, il comandante della Tenenza dei carabinieri di Arzano Germano Pecoraro, il suo vice, il maresciallo Giuseppe Improta impegnato attivamente in delicate indagini su criminalità e politica, e i giornalisti Giuseppe Bianco e Domenico Rubio.

Una interminabile escalation di violenza anche a suon di proiettili dal 2005 ad oggi ai danni di istituzioni e giornalisti che sembra non avere fine. Nella lettera, recapitata per posta 
ordinaria a casa del giornalista Bianco e indirizzata alla Tenente Pecoraro, al 
suo vice, e ai due giornalisti, l’estensore anonimo ha intimato il silenzio. “ Allora non avete capito niente figli di…I colpi ora ve li spariamo in fronte e non ve li mandiamo a vuoto a perdere. Se non vi uccidiamo con le botte di pistola vi uccidiamo in altri modi. Godetevi lo stipendio e fatevi i c… vostri…Avete capito bene di cosa parliamo, voi fate le guardie e sapete troppo!          Arzano è nostra…siete solo dei piccoli insignificanti che vogliono entrare in giochi più’ grandi di loro…” Un tono minaccioso che apre diversi scenari sull’ interpretazione del contenuto del manoscritto. Allertati immediatamente i carabinieri ed il reparto specializzato della Scientifica per accertare eventuali impronte digitali e tracce lasciate dai mittenti sulla lettera. Un fatto gravissimo che getta nello sconforto la città e le Istituzioni, e che mette a repentaglio l’agognata normalizzazione di un comune che sembra non trovare pace. Gli investigatori stanno indagando a 360 gradi per capire le motivazioni e gli autori della grave intimidazione. Ai raggi x l’operato della gestione commissariale, gli articoli di giornale pubblicati in questi mesi, e le indagini dell’Arma che possono aver intaccato interessi personali o di gruppi affaristici-camorristici che operano in città. Minacce che secondo indiscrezioni nei mesi scorsi avrebbero visto al centro delle attenzioni di ignoti sempre gli uomini dell’Arma della locale tenenza. Ma cosa e chi si potrebbe nascondere dietro tutto questo? Un dato è certo: oramai il filo che lega i clan e la politica potrebbe non essersi mai interrotto nonostante lo scioglimento per camorra. E il fatto che i militari della Benemerita da mesi setaccino le attività amministrative del comune in tutte le sue diramazioni, potrebbe aver dato fastidio a qualcuno. Indagini tanto minuziose che hanno decretato mesi fa l’arresto del primo cittadino e la conseguente emissione di decine di avvisi di garanzia ad altrettanti amministratori per i reati di falso, abuso, concorso, concussione, voto di scambio e tentata concussione. La lettera potrebbe rappresentare un ennesimo tentativo di bloccare le indagini in corso da parte dei colletti bianchi che sul territorio comunale fanno i propri investimenti anche di milioni di euro con società a loro collegate, in alcuni casi anche con enti pubblici. Altra ipotesi al vaglio, riguarda i clan locali subentrati dopo gli omicidi eccellenti nell’hinterland napoletano, i quali starebbero iniziando ad alzare il tiro per cercare abbassare la pressione che i segugi dell’Arma gli stanno mettendo addosso in questo periodo. Infatti, nelle ultime settimane sono stati numerosi i blitz effettuati nella roccaforte della zona 167 con il sequestro di armi e droga, e in tal senso sono stati numerosi gli articoli di giornale redatti dai cronisti che hanno raccontato i fatti e i misfatti anche della politica.

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