Gli operatori della Polizia Locale di Casoria, Sezione Ambiente, nei rituali controlli giornalieri che continuamente effettuano su tutto il territorio cittadino per contrastare e reprimere ogni forma di violazione in materia ambientale hanno rinvenuto, in data 3 Ottobre, nella zona di Arpino, e precisamente alla Via Benedetto Croce, cumuli di rifiuti industriali quali scarti di pellami, plastica, diluenti e vernici altamente tossici, abbandonati sulla strada cittadina a mo di discarica a cielo aperta.Da capillari controlli sui materiali stessi effettuati meticolosamente dagli agenti della sezione ambiente si è riuscito a risalire e quindi ad individuare le fabbriche che si sono resi colpevoli di tali gravi violazioni. Allertato il Comando centrale sulla individuazione e localizzazione dei locali incriminati, il Comandante dott. Michele Pezzullo ha immediatamente provveduto alla costituzione di un gruppo di intervento, diretto da lui stesso, e formato dal responsabile della sezione ambiente della locale P.L. Ass. Capo Ambrosio Pietro che unitamente alla eccellente collaborazione degli Ass. Capo De Martino
Antonio, dall’Ass. Capo Bruno Vincenzo e dagli Ass. Ciampa Mariolina e Ferrara Luigi e congiuntamente al Comandante hanno raggiunto i siti fuorilegge per le relative verifiche di competenza. Da approfondite ispezioni si è venuto a conoscenza che in Via Benedetto Croce 50 svolgevano la loro attività due fabbriche senza che le stesse fossero in possesso di qualsiasi autorizzazione amministrativa, sanitaria ed ambientale, cioè completamente abusive, e lo dimostra il fatto che gli scarti rinvenuti sulla strada erano di provenienza certa delle due fabbriche oggetto dell’intervento di Polizia Ambientale. La prima delle quali più grande, era di proprietà di tale E.S. residente in Napoli e si occupava della lavorazione di cinture di pelle o di materiali sintetici e vi lavoravano 11 dipendenti. La seconda invece era dedita alla produzione di borse sempre in materiali sintetici ed operava in un locale di dimensioni ridotte il quale proprietario un certo T.A., che era per giunta, fatto ancora più grave, residente della zona. Da ulteriori controlli sempre operati in modo approfondito dal gruppo della Polizia Locale di Casoria è inoltre emerso che gli operai delle due aziende lavoravano in nero, sottopagati e privi delle più elementari forme di tutela contrattuale ed assicurativa, in un momento come quello attuale, dove quasi ogni giorno si sentono di morti bianche e dove giovani e meno giovani ma comunque padri di famiglie spesso pagano con la propria vita le mancate norme sulla sicurezza sul lavoro da parte di incoscienti padroni. A tal proposito sempre su indicazioni del Comandante del Corpo Dott. Pezzullo gli operatori intervenuti provvedevano ad informare di quanto constatato l’Ispettorato del Lavoro di Napoli che prontamente inviava sul posto due sottoufficiali dell’Arma specializzati in tali compiti i quali provvedevano all’accertamento ed alla contestazione delle violazioni per le loro specifiche competenze a carico dei titolari delle due fabbriche.Inoltre per le violazioni accertate in materia ambientale si procedeva al sequestro di entrambi gli opifici deferendo i titolari delle due aziende alla competente Autorità Giudiziaria.