Cafasso e Stellato: “La moda è in crisi, per il Governo deve essere una priorità”

Negli ultimi anni, il fenomeno del caporalato nel settore della moda è diventato sempre più evidente e preoccupante. Il caporalato si riferisce a una forma di sfruttamento lavorativo dove gli operatori economici del settore ed i rispettivi dipendenti sono costretti a lavorare in condizioni precarie, senza diritti e a salari molto bassi. Questa pratica si è diffusa in vari settori, ma nel settore della moda ha un impatto particolarmente significativo. Uno sfruttamento indotto della manodopera a basso costo che nel settore della moda ha avuto e ha un impatto negativo su tutte le aziende della filiera costrette ad operare sulla base di prezzi di vendita che non consentono altre scelte se non il sacrificio dei lavoratori e la compressione dei loro diritti.

Le aziende, che producono tessuti e materiali per la moda, sono spesso indotte ad operare in maniera difforme dalla norma poiché non sono padroni del loro mercato dovendo soggiacere alla politica al ribasso praticata dai grandi brand che applicano solo la logica della massimizzazione del profitto.

Denunciano questa piaga Nino Carmine Cafasso, presidente dell’Ais (Associazione Imprese di Servizi) ed Ezio Stellato, responsabile delle politiche fiscali dell’Istituto Milton Friedman nonché commercialista e lobbista alla Camera dei Deputati. Insieme stanno lavorando per aiutare un settore in crisi, con aziende indebitate per la rincorsa spasmodica all’aggiornamento necessaria a rispettare gli ordini di scuderia delle varie case di moda. Gli effetti di questa disastrosa vicenda si leggono nei bilanci e nei nuovi indicatori delle crisi d’impresa. Non è in crisi una sola azienda ma dobbiamo constatare una profonda crisi di settore. Le aziende hanno rinviato pagamenti al fisco, all’ente di previdenza nazionale e alle banche, adoperando ogni tipo di leva per fare cassa e sperare in tempi migliori. Una situazione che a livello sociale viene scaricata soprattutto sul lavoro dipendente con tantissime forme di lavoro povero e precario. Due professionisti come Cafasso e Stellato rivolgono un appello sentito al Governo: “La moda è in crisi, per il Governo deve essere una priorità. L’Italia rischia di ridimensionare un settore che rappresenta un vanto per il sistema Paese”

In questo scenario il caporalato rischia di essere il colpo di grazia. È importante combattere questo fenomeno nel settore della moda sia per garantire i diritti dei lavoratori che per preservare la sostenibilità del settore. Le aziende devono assumersi la responsabilità di garantire condizioni di lavoro dignitose lungo tutta la filiera, e i consumatori devono essere consapevoli dell’origine dei prodotti che acquistano, preferendo le aziende che rispettano i diritti dei lavoratori.

La lotta al caporalato nel settore della moda richiede una collaborazione tra aziende, organizzazioni governative e non governative. È necessario promuovere norme più stringenti per garantire le giuste tutele e fare in modo che vengano rispettate. Va combattuto il senso di impunità, piaga sempre più profonda a livello nazionale che sta allargando un orizzonte preoccupante nel vuoto di tutele che sta danneggiando fortemente il settore della moda, un asset strategico per il sistema Italia.

 

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