CASORIA. Flashback: la Casoria calcistica mette il vestito buono, quello per le grandi occasioni; l fiume viola colo vie e piazze e sfocia dritto nella casa comunale. Da questo punto però il proiettore s’inceppa, per sbloccarlo raggiungiamo telefonicamente Mauro Russo: «Uno vero è proprio incontro con il primo cittadino non c’è stato, o meglio, non abbiamo ancora affrontato concretamente la questione. L’ostacolo è sempre l’inagibilità del campo, un nodo non facile da
sciogliere in tempi brevi, specialmente con quelli calcistici. Quindi la situazione è stata congelata, verrà scongelata a settembre quando finalmente cominceranno i lavori» – Quindi ai nastri di partenza della prossima stagione calcistica la Viola non risponderà all’appello –«Allo stato attuale delle cose e cioè senza stadio no. Non ci sono i presupposti per cominciare un progetto, il nostro tipo di progetto. Fare un calcio “importato” non è nelle nostre aspettative e non lo merita una città come Casoria. Abbiamo avuto offerte dalla prima categoria all’interregionale ma preferiamo partorire una creatura nostra; ci piace vederla crescere imparare a camminare e arrivare dove merita con le proprie forze».
Settembre dunque come “anno incubatrice”, con il via libero dei lavori e l’appoggio dell’amministrazione locale si potrebbe risvegliare anche l’interesse di qualche imprenditore: «Certo questo è un altro dei nostri obbiettivi, coinvolgere imprenditori nel progetto per remare tutti insieme sulla stessa barca. Abbiamo già riscontrato l’interesse da parte di qualche figura imprenditoriale di spessore che è disposto a darci una mano. Per quanto riguarda invece le istituzioni c’è da sottolineare l’attenzione mostrataci dall’assessore allo sport Tommaso Casillo, al quale è piaciuto subito il nostro progetto. Infine, ci tengo molto a dirlo, sono felice di aver fatto la conoscenza del direttore Nando Troise, un calzante tra passato e futuro. Le sue doti di relatore sono ammirevoli, riesce a comunicare con tutti, da un dialogo impegnativo a un altro maccheronico, conservando però quello che è il suo bagaglio culturale».