Nella scorsa settimana abbiamo condotto una campagna attraverso vari comunicati stampa contro la campagna del Moige (Movimento Italiano Genitori) “Alessio e Sara in tour per la prevenzione al fumo minorile!‘, giunta alla seconda edizione. Reach Italia Onlus sviluppa il progetto “Spegni il fumo, accendi la vita”, che gode della direzione scientifica e del coordinamento del Prof. Giacomo Mangiaracina dell’Università “Sapienza” di Roma ed ha ampiamente espresso le motivazioni per cui considera non in linea con le proprie azioni l’attività del Moige.
Infatti, il tour di Alessio e Sara riduce il fumo ad una questione adolescenziale; il buon senso e l’esperienza ci insegna che una campagna “proibizionista” concentrata solo sul segmento dell’adolescenza ottiene l’effetto contrario: il desiderio di trasgredire, per vivere delle emozioni che invece agli adulti vengono concesse. Usare la definizione fumo minorile significa implicitamente comunicare il messaggio che a 18 anni sei legittimato a fumare. Il carattere più inquietante della campagna del Moige è il sostegno della Philip Morris, una nota multinazionale del tabacco. E’ evidente allora che l’intera operazione si riduce ad una campagna di “friendly marketing” messa in campo dall’azienda; infatti, rinviare il desiderio del fumo alla maggiore età può produrre un aumento delle vendite. Inoltre Philip Morris così rafforza la propria immagine, ponendosi come il soggetto “responsabile” che si preoccupa della salute degli adolescenti.
La nostra battaglia ha incontrato il “muro di gomma” dell’informazione; ringraziamo le poche testate che ci hanno dato spazio, ma esprimiamo una profonda preoccupazione per l’atteggiamento della stampa. Infatti, da tanti giornalisti abbiamo ricevuto le pacche sulle spalle, la stima e l’approvazione nei confronti dei messaggi che stavamo lanciando, ma i nostri contenuti non sono stati pubblicati sui giornali, forse preoccupati nel mettere in difficoltà gli interessi economici di una multinazionale del tabacco, che può essere sempre utile per riempire gli spazi destinati alle pubblicità. Ci aspettavamo che l’importanza dell’argomento potesse dare risalto alla nostra campagna ed, invece, dobbiamo sottolineare come ancora una volta a prevalere sono il potere e gli interessi economici, troppo complicati da disturbare.