Ultimamente si sente parlare sempre più spesso di canapa, una pianta che si associa a non poche polemiche ma della quale si conosce ancora troppo poco. Famose e super visitate sono le fiere espositive diramate in tutta Italia ( vedi ad esempio la nostrana Canapa in Mostra che si svolge tra i padiglioni della Mostra d’Oltremare, una delle più grandi sedi fieristiche del mezzogiorno ) che si propongono di diffondere l’informazione in merito alla sua storia e agli utilizzi alimentari, medici, industriali, cosmetici, tessili e commerciali. Questa ancora sconosciuta risorsa verde, infatti, “è una coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, del consumo dei suoli, della desertificazione e della perdita di biodiversità”. Lo ha affermato ieri anche il senatore di Area popolare Ncd-Udc, Mario Dalla Tor in occasione dell’approvazione, in sede deliberante, del progetto di legge sulla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa. Purtroppo il messaggio è avvolto ancora da una fitta nube di scetticismo. Il proibizionismo, poi, completa il discorso. L’invito al raziocinio aiuta a valutare le possibili evoluzioni che la canapa può apportare nei settori di maggiore importanza per la regione Campania: quello edile, quello alimentare e quello medico; quest’ultimo rappresenta ancora una nota dolente. La canapa non è soltanto un sinonimo di illegalità, come molte persone disinformate pensano. Stiamo parlando di una vera e propria risorsa naturale, ecologica ed economica, che da millenni è al servizio dell’umanità. Il delta-9-tetraidrocannabinolo, più conosciuto come THC è il principio attivo della cannabis ed è quasi sempre indicato come qualcosa di negativo, sebbene studi scientifici serissimi dimostrino che in realtà previene e riduce lo sviluppo di numerose forme di cancro senza intaccare le cellule sane. La domanda più lampante che viene spontaneo porsi, dunque, è “Perché non se ne parla”? A dirla tutta, la situazione non è così semplice. In Italia a riguardo si vive una forte tensione legislativa ed il proibizionismo in vigore è spesso molto contraddittorio. La cannabis è soggetta a numerose restrizioni, specialmente per quanto riguarda la coltivazione domestica per utilizzo personale. Il consumatore di cannabis, qualunque sia la motivazione che lo induce all’ uso, viene ancora considerato dalla legge come un criminale ed è ancora perseguibile a livello penale qualora decidesse di darsi alla coltivazione in proprio. Sul piano medico, dove il paziente necessita della cannabis per uso terapeutico, si è soggetti ad una prescrizione e quindi alla discrezionalità del medico curante. Tutto questo conduce ad un acquisto, a costi elevatissimi, di un farmaco che l’interessato potrebbe facilmente ottenere nella sua abitazione e a costi certamente inferiori, sia per lui che per il servizio sanitario nazionale. Inoltre, a causa dell’impossibilità di sostenere i costi del prodotto, per le tempistiche di erogazione e per il ristretto spettro di prescrivibilità del farmaco, spesso e malvolentieri il paziente viene esposto alla non reperibilità del farmaco necessario per la sua terapia, costringendolo a rivolgersi al mercato nero per procurarsi quanto utile a proseguire la cura. Il discorso è molto delicato ed articolato… Occorrerebbe documentarsi ed aprire la mente a nuovi orizzonti, anche scientifici. Purtroppo si è ancora fortemente schiavi di pregiudizi che allontanano dall’ informazione, fonte indispensabile di libertà. Si dovrebbe ambire ad ampliare lo studio sulla materia, vasta e da esplorare. Rispondendo al quesito di prima, potremmo dunque affermare che, se non si parla di tutto ciò è perché si conosce poco ma è pur vero il contrario, si conosce poco perché se ne parla poco. Nel caso specifico italiano, ci permettiamo di aggiungere che, se pure si conoscesse la materia, si potrebbe fare ben poco per attuarne i frutti perché il settore è ancora blindato tra il concetto d’illegalità e costi troppo elevati. In attesa che la posizione del governo italiano prenda una sua forma armonica e coerente, l’invito è rivolto al confronto con diverse realtà, uscire perciò dai soliti schemi è di vitale importanza, e all’ informazione ad ampio raggio.