Casoria è davvero una città senza speranze? La parola ad Antonio Pugliese

Durante i suoi trenta anni di politica, avrà certamente assistito all’avvicendarsi di numerosi personaggi, amministrazioni e circostanze particolari. Eppure, secondo Antonio Pugliese, Assessore Comunale a Casoria per vari anni, poi Consigliere Provinciale ed infine, Vicepresidente Provinciale, l’attuale congiuntura politica e sociale della città è una delle più delicate mai attraversate. Socialista da sempre, Pugliese già in passato ha definito Casoria “una città senza volto e senza anima” e, ad oggi, sostiene che questa infelice definizione possa essere ancora valida.  La nostra città, infatti, non riesce a decollare, nonostante i numerosi sforzi profusi nel passato e le colpe di tutto questo sono da imputare in primis ad una classe politica che continua a confermarsi mediocre, in campo nazionale, come in quello locale. “Anche l’attuale amministrazione che regge le sorti di Casoria – incalza il nostro intervistato- si trascina  senza un programma elettorale ben preciso e ben definito. E’ litigiosa e nessuno riesce più a rispettare le regole. I partiti sono crollati o meglio, ogni consigliere si sente un partito. Siamo allo sbando totale sia come politica, che come territorio”. Inoltre, proprio l’assenza di programmazione e l’atteggiamento antipolitico dilagante continuano ad alimentare un circolo vizioso che si presenta come male radicato del Sud.

“ Il Meridione dell’Italia si trova nelle stesse condizioni della Grecia, ma fortunatamente in Italia c’è il Nord che funge da traino. E’ solo grazie al Settentrione se l’Europa non si sente legittimata ad agire sull’ Italia. Se questo avvenisse, però, piomberemmo nel fallimento più totale. Quella del Mezzogiorno, purtroppo, è una crisi strutturale, oltre che finanziaria e di valori.”

 

I cittadini, com’è ovvio, devono impegnarsi anch’ essi per far sì che la situazione si risollevi. C’è l’esigenza di sviluppare un più forte senso di appartenenza alla comunità, che impedisca anche  l’insorgere di gesti di protesta, a detta del nostro intervistato, distruttivi e non costruttivi.

Di fronte ad una situazione tanto grave, l’ex vicepresidente propone, quindi, di restare uniti e di fare squadra, senza cedere all’individualismo sfrenato oppure alla ricerca di un colpevole perché, in fondo, siamo tutti colpevoli. Il cittadino deve esigere una classe politica capace di riformare e di pianificare, partendo dalle cose più semplici. Puntare sulla quotidianità e sull’ordinarietà, infatti, significa riuscire a risolvere problemi che ostacolano gli abitanti anche nelle operazioni più semplici.

“Per i grandi progetti ci vuole tempo. La gente, invece, vuole vedere e toccare con mano i cambiamenti. Proprio per questo, i politici devono scendere per strada tra le persone e, insieme ai cittadini, rimboccarsi le mani per il bene della città”.

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