CASORIA E’ SALVA!

“Le speculazioni edilizie degli anni 70(Mani sulla Città) e le costruzioni abusive degli anni 80 e 90(le invasioni barbariche) hanno evitato l’arrivo nella nostra Città dei rifiuti tossici. Non vanno, però, dimenticati i 90 fusti tossici di resine fenoliche e superfenoliche trovati nei terreni della Resia, né tantomeno vanno dimenticate Tubi Bonna, Dyrup, Cutolo Metallorganica, Linvea, Montanino etc”.

Casoria è salva.

Casoria è una delle terre più amate dal giorno in cui con le valige di cartone, molti suoi abitanti attraversavano l’Oceano per andare in America o in Australia, privandola di tante energie positive. Ieri come oggi:  gli account di Casoria ricevono ogni giorno testimonianze da tutto il mondo. L’ultimo, poche

ore fa, da Londra, un casoriano cuoco di un ristorante di Cheesnut, oltre ai tantissimi casoriani nel Nord Italia (Opera, Novi Ligure, Torrevecchia Pia, Rovereto, Pavia, Milano, Torino, Siziano etc.). La Casoria di oggi è afflitta da debiti e cambiali: non può concedersi neanche i ricordi.

 

Vincenzo Carfora, Tommaso Casillo, Pasquale Tignola, Sergio D’Anna, Mariano Marino  e Luisa Marro l’hanno presa in cura e mettono mano ai bilanci.

Casillo ha  ricominciato da dove fu  interrotto (nel ballottaggio!?!) da un tradimento inqualificabile.

Casillo, secondo alcuni, è un politico di assalto, uno di quelli che investe negli uomini di cui si circonda per guadagnarci fama.  Forse è vero. E’ un uomo di partito, pratico e che ripropone la sua leadership, affermando di avere la visione chiara di cosa dovrà essere il Comune di Casoria nello scacchiere dei Comuni a Nord di Napoli, con la rivalutazione delle aree dismesse e con la realizzazione del Centro Interscambio Merci “Ovulo Commerciale – Cittadina del Benessere”.

Ma, di grazia, i Sindaci degli ultimi trent’anni, non avevano, sia pure ben mascherati gli stessi scopi? Se il problema è la forma o il censo, va bene. Se andiamo alla sostanza, non ci siamo.

In un momento di gravi problemi dell’azienda Comune di Casoria non è il caso di fare gli schizzinosi o i nobili.

Meglio evitare, per convenienza, se non per altro, di fare le pulci all’albo nobiliare degli ultimi arrivati: più produttivo, turandoci il naso, analizzare, in termini di fondo e di principio, quanto sia necessario modificare i parametri operativi dei beneamati reggitori del nostro Comune. I bilanci sono, in larga parte, in rosso; molti settori presentano deficit paurosi.

Il Comune di Casoria è in piena zona retrocessione.

In attesa che Letta, distratto dalle sue ambizioni internazionali e dai viaggi di rappresentanza, decida di riordinare la politica finanziaria degli Enti Locali, rivedendo e modificando il patto di stabilità, salutiamo con entusiasmo che fra pochi giorni, il 6 novembre,  questo imperfetto modello di governo casoriano, senza partiti e senza un preciso coloro politico,  in piena bagarre, con il Pd nella trappola del suo congresso,  verrà portato al giudizio del Consiglio Comunale.

Certo è che Vincenzo Carfora e Tommaso Casillo, consci dal gravoso impegno che li aspetta hanno dichiarato che non potranno promettere né follie né miracoli.

Dovrebbero invece lavorare usando fantasia e cervello.

Il nostro Comune, come tutte le economie di questo mondo, deve ristabilire il giusto equilibrio tra entrate ed uscite; gestioni più oculate, o meno avventurose, non avrebbero portato il Comune, qualche anno fa,  sull’orlo del collasso ed ad un passo dal baratro.

Il nostro Comune, scusate se insisto, ha bisogno di dirigenti seri e competenti, che sappiano di amministrazione e di ragioneria;  Gli elettori sia quelli del cartello vincente e insediato sia quelli che hanno votato coloro che sono o dovrebbero essere all’opposizione, chiedono in cambio del loro voto,  una seria programmazione, la realizzazione di qualche sogno come i tanti milioni di euro che occorrono per realizzare la Città del Benessere ed un pizzico di felicità; ricevono, quasi sempre, delusioni e calci in faccia.

Chi ha preceduto Enzo Carfora dovrebbe chiedere scusa alla Città, cosparsi la testa di cenere e chiedere il perdono addirittura anche per quell’orrido e bruttissimo grattacielo di 14 piani in via Marco Rocco. Chiedere scusa per le tantissime lottizzazioni convenzionate: chiedere scusa per lo Stadio San Mauro chiuso da ben 14 anni; chiedere scusa per l’acquisto miliardario degli uffici di via Po; chiedere scusa per le concessioni edilizie, per l’abbandono del centro storico, per la discarica nella Cantariello. Chiedere scusa per i tanti problemi non risolti e valga uno per tutti: il mercato ortofrutticolo e poi ti vengono in mente lo squallore del cimitero, la malavita organizzata, la microcriminalità, gli omicidi di Antonio Coppola, Salvatore Canneva, Nicola Ferrara, la signora Carmela Parisi, Stefano Ciaramella, Andrea Nollino, i furti di auto con i cavalli di ritorno. Ce n’è per tutti i gusti.

Occorre interpretare la gestione amministrativa ed economica di questa città.

E’ veramente assurdo vedere in una crisi profonda Casoria, con un serbatoio di passione al quale la politica non può e, non deve, rinunciare.

In bocca al lupo al Sindaco ed ai suoi partners.

NANDO TROISE

 

 

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