L’arrivo a Casoria della nuova Amministrazione Comunale aveva fatto sperare nel ripristino della legalità, dell’ordine, della pulizia morale e fisica, dell’etica, dell’educazione civica, della partecipazione, dell’organizzazione di fenomeni, avvenimenti e manifestazioni di carattere culturale. Ne parlavo pochi giorni fa con amici, dipendenti dell’Ente Pubblico. Eravamo davanti a quel gioiello del 600 che è la Cappella del Carmine, discutevamo del degrado e del cemento che si è impadronito della Piazza di Casoria, ricordando ammirati di ciò che era, invece, negli anni 60. Ed arrivammo alla stessa conclusione: la vittoria in questa Città di un giovane quarantenne, insieme ad altri valentissimi uomini e donne doveva, per forza, suscitare in tutti noi il sogno e la speranza del ripristino della legalità e dell’ordine pubblico. Allora ho preso il Dizionario della Lingua Italiana ed ho trovato: “Ordine pubblico significa la salvaguardia e la tutela della tranquillità e della sicurezza sociale e la prevenzione della delinquenza individuale ed organizzata, in quanto funzioni proprie dello Stato e dei suoi organi di Polizia”.
Ho anche trovato nel libro di Giovanni Giolitti – “Memorie della mia vita” – questa affermazione: “primo dovere del governo è e sarà sempre di mantenere l’ordine pubblico”.
Invece negli ultimi dieci anni cosa va a succedere a Casoria? Quattro volte commissariata, ed in una di esse lo scioglimento avvenne per infiltrazioni camorristiche.
Le accuse che vennero lanciate allora e che si sono perpetrate nel tempo hanno riguardato perlopiù permessi a costruire, nuovi centri commerciali, ville, villini, mansarde, tetti termici, parco commerciale, gare, appalti, esternalizzazioni, privatizzazioni, somme urgenze, concorsi tutti finiti nelle mani della Magistratura.
Allora, poi, ti vengono in mente gli studi fatti negli anni 70 sui libri di Pino Romualdi, Julus Evola, Ezra Pound. Ricordi i discorsi fatti in Piazza del Plebiscito da Giorgio Almirante e quelli alla Mostra d’Oltremare alla Festa dell’Unità da Enrico Berlinguer (“gli opposti estremismi”). Ho riletto gli scritti moderni di Marcello Veneziani. Ho trovato nel libro di Rachele Mussolini: “Fra cronaca e storia contro il sistema della menzogna”, una bellissima frase: “non abbiate paura di avere coraggio”.
Ed ho trovato un memento inviato ai Prefetti del Regno il 6 di gennaio del 1927. Ecco cosa diceva: “Un Governo deve porre la massima diligenza e lo scrupolo fino all’estremo per quanto concerne l’amministrazione del pubblico denaro. Più volte dissi che il denaro del popolo è sacro. Occorre quindi che tutte le gestioni amministrative e finanziarie – dai Comuni ai Sindacati – siano oggetto della più vigilante attenzione e del più assiduo controllo. Il Prefetto deve tenersi in contatto con il Ministro degli Interni. Tutti coloro che amministrano pubblico denaro devono essere di specchiatissima probità. Soprattutto nell’Italia Meridionale il Prefetto deve instaurare l’epoca dell’assoluta moralità amministrativa, spezzando risolutamente le sopravvivenze camorristiche ed elettoralistiche. Simultaneamente all’azione di controllo, secondo le leggi istituzionali, il Prefetto deve procedere alle epurazioni che si rendono necessarie nella burocrazia
minore ed indicare al Ministero degli Interni ed agli organi responsabili, gli elementi nocivi. Il Prefetto deve imporre che siano allontanati e banditi da qualunque organizzazione tutti gli affaristi, i profittatori, gli esibizionisti, i venditori di fumo, i pusillanimi, gli infetti da lue policantista, i vanesi, i seminatori di pettegolezzi e discordie, e tutti coloro che vivono senza una chiara e pubblica attività”. Benito Mussolini.
Dalla vittoria di Pasquale Fuccio, al suo insediamento nel Palazzo di Città, tutti si aspettano il cambiamento, la discontinuità e di conseguenza non tutti, anche nella stessa maggioranza di governo, è andata giù la conferma dei Dirigenti di Settore. In quanto responsabili dei procedimenti amministrativi. Coloro che tengono la gestione del personale e dell’Ente. Ed a tuttora non è stato mai comunicato alla stampa ed agli organi di informazione il nuovo organigramma dei Settori del Comune ed i rispettivi dirigenti. Pasquale Fuccio sta ricevendo anche da persone che lo hanno sostenuto in campagna elettorale accompagnandolo alla vittoria l’accusa di essere un esempio di continuità amministrativa, gestionale e politica.
Ho fatto un sogno: mi trovavo con Dante Alighieri al Purgatorio e vi ho trovato la Giunta Municipale. Pasquale Fuccio era in divisa, comandante in campo delle Forze dell’Ordine casoriane. Sembrava Joe Petrosino. I tanti sciolti per camorra della Città di Casoria ed anche gli sciolti di dopo, quelli notarili, erano tutti all’Inferno. In Paradiso c’erano San Ludovico da Casoria, donna Giulietta, Suor Cristina Brando e Suor Luigia Velotti. Ed ascolto Dante parlare con il Sindaco: “che val di leggi inutili tanti ingombrar volumi se delle leggi regnano dissimili costumi”.
Noi sogniamo un’altra Casoria, non “serva di dolore ostello”. Una Casoria democratica, ma autorevole. Aliena da nostalgie, bensì proiettata nel futuro, ancorché rispettosa del retaggio di una nobile tradizione. Non siamo stati fortunati! Meditando sulla millanteria democristiana speriamo che il nostro sogno non anneghi sott’acqua.
Adesso, per chiudere: davanti alla minaccia di un assedio economico che la storia bollerà come un crimine assurdo destinato ad aumentare il disordine e la miseria, i casoriani degni di questo nome lotteranno organizzandosi nella più accanita delle difese, distingueranno tra amici e nemici, ricorderanno lungamente trasmettendo il ricordo e l’insegnamento dei padri, ai figli, ai nipoti.
Editoriale di Michele Mitraglia.