Quest’oggi siamo alla Biblioteca “Mons. Mauro Piscopo” di Casoria per ricordare le vittime innocenti delle mafie del territorio casoriano.
Un evento senza precedenti qui a Casoria; mai prima d’ora l’Amministrazione Comunale aveva organizzato un convegno del genere. In sala, a moderare la discussione, il direttore di CasoriaDue, Nando Troise.
Il Sindaco, Avv. Pasquale Fuccio, nel suo intervento sottolinea come nel corso del tempo il concetto di “mafia” si sia evoluto. “Mafioso non è solo colui che uccide, è anche chi corrompe la politica e fa sì che i cittadini si allontanino dalle Istituzioni. La mafia attecchisce dove c’è disoccupazione. Dobbiamo insegnare ai nostri giovani il valore della legalità, affinché non prendano cattive strade. ” Il primo cittadino aggiunge: “Ci stiamo impegnando, nonostante la poca disponibilità economica del Comune, affinché Casoria, città in cui vivono ben settantottomila cittadini, sia più controllata. Ciò avverrà con l’utilizzo di sistemi elettronici, ma anche con l’utilizzo ci circa quaranta nuove risorse che controlleranno le strade.” conclude Fuccio.
Emozionato l’intervento dell’Assessore alla “Sicurezza e Mobilità urbana”, Fabio Esposito, che ricorda una vittima completamente dimenticata negli anni: Andrea Esposito, il bambino di 12 anni rimasto ucciso in un raid di camorra nel Mercato Ortofrutticolo di Casoria mentre portava il caffè alle paranze dei mercatari.
“Era il 15 settembre del 1990. Avevo 15 anni. Conoscevo sia Andrea che i presunti giovani killer. L’accaduto mi sconvolse completamente. Capii la cruda realtà del nostro territorio. Finì di di vivere di sogni, mi resi conto che chiunque, anche io stesso, sarebbe potuto essere al posto di Andrea.”
Anche la Comandate della Polizia Municipale di Casoria, il col. D.ssa Anna Bellobuono, ricorda alcune delle vittime cadute a Casoria. “Da mamma, la vicenda di Andrea Esposito mi fa rabbrividire. Non posso nemmeno immaginare cosa abbia provato la madre di quel povero bambino. Anche la tragica fine di Andrea Nollino mi è rimata impressa. Ucciso in Largo San Mauro, dove aveva sempre vissuto e lavorato onestamente. Stiamo elaborando una strategia per garantire una sensazione di maggiore sicurezza sul terriorio”, conclude la Bellobuono.
Struggente il discorso dell’ On. le Antonella Ciaramella, sorella di Stefano, che nel 2001, ad appena 17 anni, fu ucciso mentre era con la sua ragazza in un vicolo di Casoria. “Mio fratello non era né un criminale, né quella sera aveva assunto un comportamento pericoloso. Sarebbe dovuta essere una giornata qualunque e invece un colpo dritto al cuore con un coltello l’ha portato via. Non lo considero una vittima, perché Stefano è stato protagonista della sua vita ed anche della sua morte. Non ha accettato passivamente quanto stava accadendo, volevano rubargli il motorino e lui ha lottato. Anche se non c’è più, so che lui anche se non lo vedo è sempre con me. Vorrei che i ragazzi d’oggi comprendessero quanto sia importante usare bene il proprio tempo. Con le loro azioni oggi stanno decidendo cosa diventeranno in futuro. ” L’onorevole, rivolgendosi direttamente ai ragazzi presenti in sala, tra i quali vi è qualcuno che gioca col cellulare, chiede: “C’è equilibrio nelle vostre vite? Vivete nell’era degli smartphone e prestate spesso poca attenzione. Io negli anni ho imparato a non arrabbiarmi se quando ricordo mio fratello c’è qualcuno disattento. Ho mantenuto la mia dignità, nonostante il dolore, e vorrei che la vicenda di Stefano fosse d’esempio per voi tutti. Siate vivi. Bisogna inseguire la felicità.”, conclude l’Onorevole.
Anche la Prof.ssa Maria Saccardo, responsabile dell’Associazione “Libera”, incentra il suo discorso sull’importanza della presa di coscienza e delle responsabilità che ognuno di noi è chiamato ad avere per il risanamento di un territorio devastato, come quello in cui viviamo. “La giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che viene celebrata sul territorio nazionale ogni 21 marzo, non significa piangersi addosso. Ricordiamo chi ingiustamente non c’è più e costruiamo il nostro presente all’insegna della legalità, affinché il futuro possa essere migliore. ”
Viene proiettato il video dal titolo “Nel silenzio”, in cui i familiari di alcune vittime ricordano i loro cari e cosa significa per loro averli persi. Al termine del filmato un altro intervento toccante, quello del fratello di Antonio Esposito Ferraioli, ucciso dalla camorra nel 1978. “Noi familiari delle vittime, siamo anime che non si arrendono. Mio fratello è stato ucciso perché era un ragazzo onesto, che non ha saputo tacere dinanzi all’illegalità. Confido nell’impegno delle scuole affinché si faccia capire ai ragazzi d’oggi l’importanza dei valori. La legalità non si insegna, ma si consegna.”conclude Mario Esposito Ferraioli.
E l’ultimo intervento viene lasciato proprio alle scuole, nelle persone della Prof.ssa Lucia Russo, a rappresentare il Liceo Gandhi, e nel Prof. Giovanni De Rosa, preside dell’ISIS Andrea Torrente.
Le scuole stanno lavorando affinché i ragazzi vivano nella legalità e capiscano come le Forze dell’Ordine, presenti in sala nelle figure del Capitano della Compagnia dei Carabinieri di Casoria, il Dott. Francesco Filippo e della Comandante della Polizia Municipale di Casoria, il col. d.ssa Anna Bellobuono, non siano dei nemici ma degli strumenti al servizio dei cittadini.
Il convegno si conclude con l’invito a partecipare al corteo che ci sarà il 21 marzo a Ponticelli, durante il quale, in contemporanea in tutte le piazze d’Italia, verranno letti e ricordati i nomi delle 900 vittime.