Una tragedia si é consumata a Casoria, intorno alle 13 di oggi pomeriggio: una ragazza madre di 36 anni, che viveva nel Parco SIE in via Cimarosa, si é lanciata dal secondo piano ed é morta sul colpo; a nulla sono serviti i primi soccorsi. Abitava in casa della madre e del fratello con la figlioletta di 4 anni, autistica, una bambina bellissima e dolcissima. Per contribuire alle necessità economiche, lavorava presso una pizzeria nel predetto parco.
Tra le cause , emerge l’ipotesi della depressione per una difficile storia sentimentale: si innamorò di un polacco, che la condusse con sé nel suo Paese, ma la relazione affettiva si rivelò un disastro; iniziarono lì le crisi depressive con tentativi di suicidio. Se ne tornò, poi, dai suoi cari in Italia, ma non é mai riuscita a superare lo stato depressivo, perché aveva saputo che il padre della bambina conviveva al Nord con una nuova compagna; molto probabilmente, ad aggravare il male psichico era anche la difficoltà ad accettare e ad affrontare la disabilità dell’amatissima figlia.
Sconcerta pensare che in un’epoca in cui si é iperconnessi con le tecnologie digitali, si é molto più soli a gestire difficoltà e disagi di qualsiasi genere. Ciò interpella la coscienza di tutti: le relazioni virtuali con fb, wuatsapp non potranno mai sostituire i rapporti umani, nei quali é possibile guardarsi negli occhi, confidarsi con una persona veramente amica, capace di ridimensionare problemi che appaiono nella solitudine insuperabili. Mai i mezzi tecnologici potranno soddisfare il bisogno insopprimibile di un abbraccio, una carezza, una parola di incoraggiamento, l’esigenza di essere aiutati a capire, a discernere, a ridimensionare una situazione. Dov’è in questi frangenti la comunità cittadina e/o la comunità cristiana per sostenere, consolare, prendersi carico dei problemi altrui? Dove sono i servizi sociali?