A Città Della Scienza celebrato il cinquantenario della legge istitutiva della scuola materna statale

 

Il 19 marzo scorso a Città della Scienza è stato celebrato il cinquantenario  della legge istitutiva della scuola materna statale (Legge 18 – 1968, n°440). L’approvazione della legge rappresentò un momento rilevante della storia della scuola italiana ed ha gettato le basi per un sistema educativo rivolto all’infanzia, sempre più generalizzato, di qualità, caratterizzato dal pluralismo delle idee pedagogiche e delle realizzazioni concrete. La progressiva diffusione della scuola dai 3 ai 6 anni, con l’impulso determinante dello Stato, ma nel rispetto e nella valorizzazione della presenza di Comuni e privati (ora parte integrante del sistema paritario di carattere pubblico, in base alla legge 62/2000), ha consentito di raggiungere tutte le località del nostro Paese e di garantire un’offerta formativa ad oltre il 95% delle bambine e dei bambini dai 3 ai 5 anni. Il profilo pedagogico si è irrobustito anche grazie alla elaborazione di importanti documenti programmatici (come gli Orientamenti educativi del 1969, 1991, 2004, 2007, 2012) e la scuola dell’infanzia italiana, generalmente apprezzata da genitori e comunità si è guadagnata sul campo la qualifica di “prima scuola”.

Essa,  infatti, gode della fiducia della comunità nazionale, ed è impegnata a qualificare ulteriormente la sua presenza, facendo tesoro della sua storia, delle sue sperimentazioni, dei suoi punti di eccellenza, per affrontare le nuove sfide educative poste dalla società contemporanea (i processi interculturali, la pervasività delle tecnologie, le fragilità cognitive ed emotive), esplorando a fondo le potenzialità e la ricchezza di ogni bambina e bambino, fornendo un  qualificato ambiente di apprendimento (ma anche di vita e di relazione, come sottolineano le Indicazioni per il curricolo). Ciò è stato ben messo in evidenza dai relatori intervenuti durante il convegno.

E’ stato, pertanto,Importante  ricostruire nella prestigiosa location di Città della Scienza questa  bella storia della scuola italiana con la partecipazione degli operatori, dei genitori, delle istituzioni: non per un intento celebrativo, ma per salvaguardare un prezioso patrimonio della nostra comunità nazionale.

Dopo l’accoglienza dei numerosi partecipanti, tra cui una rappresentanza di docenti di scuole dell’infanzia della Campania, vi è stato il saluto introduttivo ai convenuti della dott.ssa Luisa Franzese, Direttore Generale MIUR Campania, seguito dal racconto di esperienze educative particolarmente  significative svolte in alcune scuole materne del territorio campano. Successivamente , il prof. Giancarlo Cerini, componente Comitato Scientifico Nazionale del MIUR per le Indicazioni Nazionali 2012, ha sviluppato il tema “Scuola dell’infanzia: un grande futuro alle spalle…. per affrontare nuove sfide”. A seguire, altrettanta interessante e ricca di riflessioni di alto valore pedagogico la relazione su “La scuola dell’infanzia come ambiente di apprendimento, di relazione e di vita”, tenuta da Susanna Mantovani, professore onorario di Pedagogia generale e sociale all’Università degli Studi di Milano Bicocca. Hanno concluso Guglielmo Rispoli e Rosa Seccia con i risultati della ricerca su “In Campania tra i bambini del 1968 e quelli del 2018”.

Un sentito ringraziamento meritano sicuramente le tantissime docenti che hanno operato e operano con i piccoli allievi, fornendo loro le basi culturali, costituenti le “radici” necessarie per il  rigoglio culturale e umano dei piccoli. E’ necessario, per tutelare il patrimonio prezioso della scuola italiana, a partire da quella dell’infanzia, restituire ai docenti la dignità per nulla riconosciuta della loro professionalità. E’ dagli insegnanti che bisogna ripartire per recuperare la dimensione educativa della scuola. Le innovazioni legislative sono importanti, ma è il modo di interpretarle nella prassi quotidiana da parte degli operatori scolastici a determinare il loro effettivo significato. A rappresentare a Città della Scienza la scuola dell’infanzia dell’I. C. 1° Ludovico da Casoria centrale c’erano le maestre Giuseppa Calvanese e Paola Ciaramella. Con loro idealmente tutte le insegnanti che hanno reso nel passato  e continuano a  rendere la nostra scuola materna un “vivaio” delle future generazioni di alto spessore formativo, con un’educazione mirata a tutti gli alunni, avente come obiettivo di spargere i semi del sapere, nell’ottica  della costruzione di una cittadinanza accogliente, aperta all’integrazione e all’inclusione.

Antonio Botta

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