Il 16 Dicembre scorso, nel salone della “Stazione Marittima” si sono conclusi i “ Dialoghi con la città”, promossi, come già gli scorsi anni, dal Cardinale Sepe e, nel contempo, si è aperta una nuova stagione della vita della Chiesa napoletana. In essa, infatti, sarà posta l’attenzione sulle sette opere di misericordia corporale sulle quali l’intera comunità cristiana, e in essa il laicato cattolico, nell’arco di tutto il 2011 sarà chiamato a formulare idee, proposte, progetti. Non è casuale il fatto che il 16 sono intervenute personalità di notevole rilievo culturale: Richard Samson Odingo, Premio Nobel per l’ambiente 2007, e Lucien Jaume, storico delle idee politiche e costituzionali.
Con loro si è aperto il grande “Giubileo per la città”, ideato da Crescenzio Sepe, con lo scopo di rilanciare Napoli. Dopo il Convegno, nel quale i due relatori avevano posto in evidenza la necessità di una mobilitazione delle forze sane della Città per una valorizzazione delle sue bellezze naturali deturpate e massacrate, del suo patrimonio artistico e culturale trascurato e di una tradizione popolare offuscata dalla criminalità, è iniziata una lunga fiaccolata. Essa, partita alle ore 19,00 circa dalla Stazione Marittima, si è diretta verso Piazza Plebiscito, segno eloquente del proposito, come ha dichiarato il Presule, di “rivestire Napoli della vera luce, non delle effimere luci del Natale dei consumi, ma della luce della rinascita morale, civile, culturale ed economica, oltre che di una fede più audace e testimoniante”.
A cominciare da Febbraio e lungo tutto il 2011, i nove Vicari episcopali della diocesi di Napoli, unitamente a docenti delle diverse facoltà universitarie e a rappresentanti dei mezzi di comunicazione, rifletteranno su questi temi: dar da mangiare agi affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i pellegrini; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti. Più volte Sepe ha rimarcato che “non è più tempo di diserzioni e di nascondimento”, sollecitando istituzioni nazionali e locali e organismi della società civile ad impegnarsi con responsabilità per realizzare tutto quanto è utile alla collettività. “Abbiamo tutti il dovere di non tirarci indietro” – ha dichiarato Sepe- “ma soprattutto di pensare in grande. Vogliamo dare risposte concrete non solo alle grandi emergenze, come la violenza organizzata e la mancanza di lavoro, ma anche a quella lunga sequela di disagi quotidiani diventati altrettanto insostenibili. Tutti abbiamo il diritto di poter contare su servizi che funzionano: su una sanità efficiente e attiva, su un’assistenza degna, su una scuola attenta alla formazione. Tutti abbiamo il diritto di vivere la nostra città, di riscoprire anche il gusto di una semplice passeggiata tra le sue strade e i suoi quartieri. Ma tutti abbiamo anche il dovere di contribuire, ciascuno con le sue forze, a far sì che ciò si realizzi. Questo è il nostro Giubileo”.
Piattaforma di riflessione è una nuova “Lettera pastorale” dell’Arcivescovo dal titolo”Non chiudete la porte alla Speranza”, in cui il Cardinale ha esortato tutti, credenti e non, a mettere insieme idee e proposte per risolvere i problemi di Napoli, perché è venuto il momento di aprire gli occhi, di rimboccarsi le maniche per dare risposte concrete e soluzioni fattive. I progetti che verranno fuori non saranno della Chiesa partenopea , ma di tutti i napoletani.