Introdotto dall’Inno a Padre Ludovico, eseguito dalle Suore elisabettiane bigie, si è svolto il 17 Giugno scorso, nella basilica “S. Mauro” in Casoria, un interessante convegno sul beato P. Ludovico da Casoria.”
Non casualmente è stata scelta questa data”, ha precisato, all’inizio, il moderatore dell’incontro fra Salvatore Vilardi, “essendo il Beato stato battezzato nello stesso giorno del 1814”. Tre i relatori, di eccelsa levatura intellettuale e spirituale: M. P. Agostino Esposito ofm, S. E. Rev.mo Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per la causa dei santi, e P. Giuseppe Buffon, docente di teologia.
Il primo ha posto in evidenza che“fare memoria di Ludovico, la cui canonizzazione avverrà il 23 Novembre prossimo, deve costituire uno sprone a riscoprire e a vivere la propria vocazione battesimale, facendoci “sedurre”, come il Beato, dall’amore di Dio; P. Ludovico, infatti, testimoniò concretamente il Vangelo della carità, riscaldando tutti i poverelli di Cristo col fuoco dell’amore; in Lui, ha rimarcato fra Agostino, bisogna “vedere ciò che Papa Francesco ci sta esortando a fare: uscire da noi stessi, dalle sagrestie, da un modo stanco e abitudinario di vivere la fede per lanciarci verso le periferie esistenziali, dove occorre portare la presenza di Dio misericordioso. E’ preferibile, ha osservato, riportando le parole del Pontefice, “una Chiesa ferita e sporca a una Chiesa malata nella sua chiusura”. A seguire, il breve intervento di don Mauro Zurro, parroco della comunità ecclesiale di S. Mauro, il quale ha porto il saluto alle Autorità civili, fra cui la dott.ssa Anna Bellobuono, Comandante della Polizia Municipale, e alle Autorità religiose, fra le quali mons. Nunzio D’Elia e Suor Clara Capasso, Madre Generale delle Elisabettine Bigie.
S. E. Angelo Amato ha ripercorso efficacemente le tappe della vita del Beato, mostrando che Egli assunse “i tratti specifici del Redentore descritti nel Cantico di Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione: mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri…” Il Beato di Casoria, infatti, ha condotto un’esistenza dinamica, “un vulcano in eruzione”, ha sottolineato il Presule, mai fermo, mai pago, appena completava un’opera di carità, già era pronto per altre iniziative caritatevoli. Rilanciò il Terzo Ordine, risvegliandolo dal torpore e invitandolo a servire i poveri; nel 1854 realizzò il Convitto per i bambini africani liberati dal sacerdote Olivieri e, due anni dopo, fece edificare quello per le piccole africane; si prodigò per l’assistenza ai malati negli ospedali e per i tanti scugnizzi napoletani, costruendo scuole e laboratori per insegnare loro un mestiere. Fondò la Congregazione dei frati bigi, delle suore bigie (l’aggettivo si riferisce al colore del saio) e l’Accademia dei laici fedeli all’ispirazione cristiana, non trascurando i ricchi: per loro istituì il collegio di studi per invogliarli ad aiutare i poveri; tra le tante opere di carità non va dimenticato il Convitto ad Assisi per ciechi e sordomuti. Ludovico fu, dunque, un “ciclone di carità”, un “eroe del Vangelo”, che incarnò l’amore misericordioso del Signore dopo una conversione avvenuta a seguito di una malattia. “Egli, ha spiegato S. E. Amato, “parlava con le opere, era zelante, audace, coraggioso nel prefiggersi la realizzazione di opere difficili. Le incominciava senza tentennamenti, certo che avrebbe superato tutti gli ostacoli se Dio le desiderava. Se, invece, non riusciva nel suo intento, accettava la volontà del Signore e ne progettava altre, senza scoraggiarsi. Ai sacerdoti suggeriva di non parlare subito ai poveri di confessione, ma li invitava prima a sostenerli con il cibo e poi a riconciliarsi col Signore. “Quale il suo insegnamento?” ha concluso il Relatore. “L’amore senza le opere è vano, è falso; non bisogna mai far tramontare il sole della solidarietà evangelica. I cristiani, come rimarcò Gesù, devono essere sale della terra e luce del mondo. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre celeste”.
Dopo una breve pausa, c’è stato l’intervento di P. Buffon, il quale ha illustrato il contesto storico nel quale si è mosso P. Ludovico, ponendo in evidenza, con la lettura e il commento di documenti scritti mostrati in video, le difficoltà degli ordini religiosi a seguito delle soppressioni liberali dopo l’unità d’Italia, le vicissitudini dei consacrati e l’invito dei superiori a continuare, nonostante tutto, a mantenersi fedeli ai voti di castità, povertà e obbedienza.