Dal Vangelo secondo Giovanni

Domenica 26 Maggio 2013

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Questa domenica celebriamo la ss. Trinità. L’avvento di Gesù nella storia dell’umanità è stato un evento storicamente eccezionale e per tutto il creato c’è una

realtà nuova: entrare in intimità con il mistero di Dio. Come un lievito che fermenta tutta la terra, niente ne è rimasto escluso. L’intimità è relazione, l’amore totale che spinge l’uno verso l’altro rende le persone una cosa sola, in questo modo dobbiamo guardare alla Trinità. Ciò che lega i tre è amore totale, che permette ad ognuno di perdersi nell’altro. Quando due sono innamorati, si pende dalla bocca dell’altro vicendevolmente, e  ci si sente una cosa sola, nessuno lavora contro l’altro, invece ciò che pensa l’uno lo dice l’altro e viceversa … come se parlasse una persona sola.  Eppure i due rimangono distinti.  I cristiani sono coloro che testimoniano l’amore, l’esperienza d’amore che è avvenuta in loro stessi, cioè quello che il Signore ha fatto nella sua vita, quindi che Dio esiste. Quando i cristiani si auto edificano nel parlare delle loro opere buone e delle loro imprese caritatevoli, probabilmente non hanno permesso allo Spirito di accompagnarle. Dalla gratitudine verso Dio nasce la nostra testimonianza. Gesù parla del Padre, lo Spirito parla di Gesù, ognuno di loro parla della bellezza dell’altro. Dare spazio allo Spirito Santo è annullare il nostro ego, il nostro cercare a tutti i costi di farci un nome, che la gente ci guardi, ci invidi.. insomma il nostro difetto di voler stare sempre al di sopra degli altri, di avere sempre qualcosa più degli altri. Basti pensare che quando ci succede qualcosa diciamo: perché a me? Il problema è : perché non a te? La Trinità è lo stare insieme, è sentirsi a casa, non superiori, ma accolti, comodi, senza stringere i denti perché siamo insoddisfatti. La Trinità è lo stare BENE insieme, è relazionarsi in modo autentico, senza falsità, è sentirsi accettato per quello che si è. I pesi si possono portare, anche i più pesanti solo quando c’è famiglia –comunità intorno; quel luogo dove tante persone diverse si amano e l’uno sostiene l’opera dell’altro e tutti si sentono a casa.  Genoveffa Tuccillo

 

Share This Post