Dal Vangelo secondo Luca

Lc15,1-1(Formabreve)

Dal  Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che

per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

La formula breve omette l’atra parabola, cioè quella del figliol prodigo. Lette tutte e tre insieme hanno un significato specifico. Tutto nasce da una mormorazione, c’è gente che sta criticando Gesù. Gente , i pubblicani e i peccatori ,che  nella vita di tutti i giorni fanno cose sporche, gente che è odiata. Sono persone con le quali non vorremmo averci a che fare, vorremmo tenerli lontani. I pubblicani facevano un lavoro sporco, erano usurai pubblici, ladri ufficiali. Gli scribi e i farisei erano gente apprezzata dal popolo, oggi diremmo, catechisti, teologi: gente di Chiesa. Questa gente di Chiesa critica Gesù perché frequenta pubblicani e peccatori, ( oggi potrebbero essere i camorristi, mafiosi, politici corrotti, equitalia, burocrati). E’ sconvolgente ciò che risponde Gesù: quella gente sporca è il soggetto della ricerca di Gesù. Sono la pecora smarrita, sono la moneta perduta. Ognuno di noi è l’imperdibile per Gesù, per ognuno di noi che perseveriamo nel peccato, c’è una ricerca instancabile da parte del Padre, non possiamo essere smarriti. Portare l’uomo a comprendere che la strada percorsa è falsa, miete vittime, fa nascere odio è fondamentale per la missione di Gesù, e per tutta la gente di Chiesa. Noi cristiani dovremmo lasciarci sconvolgere e scandalizzare da queste tre parabole, siamo tutti bravi a guardare il marcio nell’altro, ma cosa facciamo per riportarli sulla strada giusta? Chi si sporca le mani tra noi? O preferiamo vivere nel limbo frivolo delle nostre parrocchie, con incarichi, chiavi, responsabilità … per arrivare dove. Pastorali, corsi di formazione, gruppi associazioni, tutto buono, buonissimo, ma a quale fine? La domanda è: alla ricerca di cosa andiamo? Ci sono pecore smarrite, monete perdute, figli che sono andati via, cosa facciamo per ritrovarli e farli tornare. L’impegno del cristiano è nel mondo, l’anelito di un prete e fuori della Parrocchia. Nessuno deve essere smarrito, è troppo prezioso per il Padre.

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