Dal Vangelo secondo Luca

20 ottobre 2013

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà

tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

 

Come si fa a pregare senza stancarsi, o annoiarsi mai? Qui c’è una vedova che rappresenta tutti coloro che non hanno nessuno che li sostenga, li protegga. Il giudice è la nostra società, noi, sordi e ciechi ai dolori del mondo, svogliati nel vivere la nostra naturale propensione al bene, noi che pensiamo solo agli affari nostri.  Noi conviviamo con cose che sono pericolosissime per noi, basta guardare alle tante omissioni, siamo abituati a vivere male, a comportarci male. Solo quando assaporiamo il buono, ci rendiamo conto che siamo in terra straniera, ed allora avvertiamo la urgente necessità di sfuggire al grigio della vita, al peccato, al male. Questa donna capisce che ha un nemico da affrontare, il maligno che la fa vedere normale lo squallore della quotidianità.  Se continuiamo a lasciarci scorrere i giorni addosso, se viviamo in un tira a campare,  non riusciremo mai ad uscirne fuori, c’è il pericolo che ci insegue tutto questo. La necessità di pregare dovrebbe permeare tutti i nostri momenti, entrare in intimità dialogica con Dio, sapere che c’è il meglio per noi solo in Lui. La nostra vita diventa straordinaria se abbiamo amato, se abbiamo dato tanto, se siamo andati oltre noi stessi. Allora l’intimità con Gesù , il dialogo con Lui, che non è formule o giaculatorie, ma elevarsi al sublime e vivere in modo sublime. Genoveffa Tuccillo

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