Dal Vangelo secondo Luca
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!».
Siamo all’interno di un fatto storico, ci sono nomi , luoghi veri. La nostra fede si basa su fatti che sono successi concretamente, non è una favoletta per
sollazzarci il cuore, soprattutto non è un fatto intimistico che può essere vissuto privatamente, ma ha una risonanza esterna. Nonostante la grandezza della posizione sociale di queste persone, il potere che questi rappresentano, la grandiosità che credono di rappresentare, nelle loro gerarchie frutto di giochi di potere, Dio sceglie di parlare attraverso Giovanni, nel deserto. Non è la grandezza, il potere, il soldo, la moda, il luogo dove si trova Dio. Se Dio è salvezza e gioia della vita, tutto il resto è falsa vita, è correre dietro idoli che ci succhieranno la vita . Il deserto è il luogo nel quale siamo slegati da tutti i collegamenti con le manie e vizi del mondo. Senza televisore, telefonino, computer, oggi ci sentiamo persi, eppure c’è bisogno di silenzio esterno per ritrovare se stessi. Il deserto diventa il luogo nel quale si staccano tutti i contatti, il luogo dove possiamo conoscere veramente noi stessi e le nostre aspettative, i nostri limiti. Comprendiamo che abbiamo bisogno di essere accompagnati nel cammino della vita. Il deserto è il luogo nel quale Dio vuole incontrarci e parlare . L’Avvento può diventare il tempo per ritrovare la nostra parte più vera, più bella. La nostra fragilità viene fuori solo se entriamo nel nostro deserto ed allora nel silenzioso ascolto potremmo gustare ed attingere la vera forza da Chi ci ama fino in fondo e vuole solo il meglio per noi. Genoveffa Tuccillo