Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
C’è un popolo che abita nelle tenebre e vede una grande luce. Senza luce noi non riusciamo a vedere nulla, nemmeno i colori. Senza luce si brancola nel buio, si cammina a tentoni, è un arrangiarsi, non è sperimentare e godere della vita nella sua pienezza. La storia della salvezza parte da un luogo confuso, con tanti pagani, la Galilea delle genti, una zona di confine una zona buia. Anche i nostri giorni sono giorni confusi bui, il buio che alberga nei nostri cuori, le nostre
mancanze, il nostro “fai da te”, senza speranza. Incredibile la storia di Gesù, inizia in un luogo non perfetto e chiama persone lì nel quotidiano “mentre stavano lavorando”. Gesù sceglie gente che potrebbe sembrare poco adatta, la più profana. Grandioso! Proprio nei nostri bui, nei nostri incompiuti, là dove nascondiamo la parte più sporca di noi, i nostri inferi… è proprio lì che Gesù ci viene a visitare, è Lui che ci tende la mano, che guarda oltre le nostre miserie e ci chiama a cose più grandi. Ecco la luce, ecco il faro che irradia di splendore il nostro buio interiore. Proprio lì Gesù ti chiama, il suo sguardo non condanna, ma salva, riabilita. Attenti ai sensi di colpa, sono una tentazione. Chi vive in piena luce, quando sbaglia sa chiedere scusa e riparare, perché sa di avere sempre una possibilità. Chi si chiude nei sensi di colpa fa l’opera del buio.” una luce è sorta” .. e noi siamo figli della luce. Genoveffa Tuccillo