Perché una piazza, una chiesa, dei giardinetti, un colore, ma anche degrado, sporcizia e cementificazione selvaggia, possono cambiare il carattere e la psiche di una persona? È questo lo stretto, quanto innegabile rapporto, che intercorre tra psiche e contesto in cui si vive, quella che gli psicologi chiamano «self identity» e «place identity», l’identità individuale e l’identità del luogo, costantemente minate dal degrado urbano e dalla spersonalizzazione dei luoghi, il cui importante passato cade nell’oblio della contemporaneità. La morfologia del luogo, i suoi spazi, così come i suoi suoni e i sui colori o magari i non colori, hanno un peso significativo sull’identità delle persone che lo abitano, sul loro comportamento e sul loro benessere psico-fisico. E’ notizia recente l’attribuzione della maglia nera a Napoli, ultima città italiana in termini di vivibilità, di questo è emblematico esempio il rione Porta Capuana.
Tale degrado colpisce altre zone di Napoli ma questa è ricca di preziosi monumenti, si trova alle porte del centro storico cittadino del quale fa parte e ne costituisce la “Porta” di ingresso ideale, essendo in una posizione urbanistica privilegiata in quanto vicina alle grandi arterie di collegamento strategiche (stazione, metro, tangenziale, aeroporto e porto) e servita da moderni parcheggi sotterranei. Lo scenario che si presenta agli occhi del visitatore rimanda più alle situazioni di abbandono delle aree suburbane.
L’evidente intreccio multi causale, di questa situazione di disagio e degrado, richiede e riconnette livelli micro e macro di spiegazione, con un approccio necessariamente multidisciplinare. È in quest’ottica che Psicologi e Urbanisti, si incontrano quindi per un sinergico progetto di lavoro teso ad identificare gli strumenti di riqualificazione del Rione Porta Capuana e, soprattutto, migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. Il convegno organizzato dalla Carlo Rendano Association in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Napoli e Provincia e l’Ordine degli Psicologi della Campania, aprirà i lavori giovedì 12 dicembre 2013 alle ore 15.30, negli spazi del Lanificio25.
Introdotto da Caterina Arcidiacono e moderato dal Fabrizio Mangoni e Franco Rendano, il convengo avrà come relatori Salvatore Visone, Presidente Ordine degli Architetti Napoli e Provincia, e Raffaele Felaco, Presidente Ordine degli Psicologi Napoli. Oltre alla urban psycho-analysis curata dal Dott. Laurent Petit, saranno quattro i panel di discussione previsti: “L’insula di Santa Caterina a Formiello oggi, come nel passato, motore dello sviluppo del rione la Chiesa” dove interverranno Padre Carmine Amore, Marco Trani della Fondazione I.S.C.F. ex Lanificio Sava, Antonio Martiniello e Gennaro Piscopo di Made in Cloister, Fabio
Landolfo, Annachiara Autiero e Giuliana Orlacchio di I Love Porta
Capuana; mentre per “Psicologia del turismo sostenibile” interverrà Immacolata Di Napoli, per “Il degrado da problema a risorsa” Michele Capasso e “La Nuova Piazza Garibaldi” con Giannegidio Silva.
Il progetto di studio che investe il Rione Porta Capuana e l’importantissima insula di Santa Caterina a Formiello, vuole essere la base da cui partire per lanciare una proposta: che la riqualificazione di Porta Capuana diventi un progetto pilota, per il generale problema di recupero del centro antico, ovvero un format di successo da applicare anche ad altri quartieri della città, soffermandosi sulla tesi secondo cui la crescita psichica dell’individuo è sempre connessa al suo abitare in un ambiente favorevole, promuovendo così lo sviluppo di processi maturativi innati e virtuosi.
L’esempio di Tirana, con la recente riqualificazione di 14’000mq del centro della città, condizionata da una struttura stratificata e intensificatasi nel corso dei secoli dove è difficile attuare dei cambiamenti sostanziali e migliorativi degli spazi urbani, sembra essere di buon auspicio anche per Napoli. Ma per imboccare il cambiamento occorre impegnarsi in prima linea, dedicarsi al “bene comune” ed alla sua affermazione come valore assoluto, in qualsiasi ambito, anche attraverso iniziative come questa. Non ci sono alternative. O almeno ci saranno tutte quelle che riusciremo a costruire con un impegno collettivo.