Che i tempi son cambiati porterebbe tutti a guardare la parte del bicchiere rimasta mezza piena; ci sono cose però che proprio non dovrebbero cambiare o quanto meno non stravolgersi completamente.
Parlo del rapporto della chiesa con la politica; ricordiamo tutti il ruspante duello tra Peppone e don Camillo, che il regista Carmine Gallone e i protagonisti Fernandel e Gino Cervi ci proponevano in un “Don Camillo e l’onorevole Peppone” l’eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo.
A distanza di cinquantasei, in una simpatica cittadina nella provincia del Napoletano, come all’ora in una Brescello infiammata dalla politica per le elezioni di primo cittadino, don Camillo e Peppone si esibiscono in remake però all’incontrario.
Prima del torrido clima elettorale che avrebbe, come da bollettino meteorologico, invaso alcuni comuni della penisola, tempestiva è arrivata la lettera del Cardinale Caffarra che invitava i colleghi ad astenersi dalla politica: «Noi sacerdoti dobbiamo rimanere completamente fuori dal dibattito e dall’impegno politico pre-elettorale, astenendoci assolutamente dall’appoggiare qualsiasi partito o schieramento politico o candidato sindaco. Questa esigenza è fondata sulla natura stessa del nostro ministero. E’ inammissibile che un sacerdote sostenga politicamente una parte politica o un candidato sindaco e tanto più che organizzi o partecipi a manifestazioni di sostegno».
Chiara semplice e precisa. Peccato però che non tutti abbiano accolto a pieno tale invito,come il nostro don Camillo; Se Gesu’ siede alla destra del signore, il nostro prete ha deciso di accomodarsi al centro-destra del signore. Infatti insieme alla parola di quest’ultimo e impegnato a portare anche quella dell’amico Peppone. Insomma una campagna elettorale divisa tra il sacro e profano o meglio un canale di diffusione che arriva al cuore, ma soprattutto alle orecchie, di chi, fiduciose verso un servo del signore, segue il cammino indicatogli dalla “fede”…politica.
Bisogna però riconoscere a Don Camillo la meticolosa condotta adottata nel condurre la sua “politica”, oltre infatti alla diffusione orale, il prelato, vista la coincidenza delle elezioni con le feste pasquali, ha omaggiato i fedeli con un bel uovo di pasqua. Un simbolo di natività quindi che ha sancito la nascita di un nuovo amore nato tra Chiesa e Politica. Ricordate però, che nel segreto della cabina elettorale Dio vi vede…