“Si sta avvicinando il giorno da cui potrebbe partire la svolta per l’eliminazione del femminicidio. Giovedì 28, alle 11,30, a largo Luigi Daga, a Roma, la ministra della Giustizia incontrerà le donne di Comitato Ricominciare, Udi, Donnesudonne e una rappresentanza delle firmatarie dei Centri Antiviolenza, associazioni e donne dei partiti dell’area progressista, per confrontarsi al fine di avviare l’iter per modificare l’art. 1 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza, quell’articolo che rende ancora più difficile la denuncia perchè prevede la ‘bonaria composizione del conflitto’”. Ad annunciarlo, in una nota, é Caterina Pace (Idv), coordinatrice
regionale campana delle donne Idv. “Questa frase, apparentemente innocua, condiziona pesantemente, con un controllo di fatto, il numero di denunce di violenza da parte delle donne, vittime della stessa. La mancanza di lavoro, l’assenza di mezzi e di servizi, la scarsità delle risorse destinate ai centri antiviolenza, insomma la mancanza di alternative, rendono troppo spesso la donna ‘schiava’ del suo carnefice, prigioniera nella sua stessa casa -aggiunge l’esponente Idv-. Dal primo gennaio di quest’anno sono già morte assassinate 63 donne ed almeno 3 bambini, anch’essi uccisi per punire le madri, una barbarie che continua senza che le istituzioni vi riescano a porre limite, per non parlare dei crimini sessuati che sono quasi il triplo, delle violenze non denunciate e dei finti suicidi”. “Una parte consistente della mistificazione e della sottostima della violenza é dovuta proprio all’attività dissuasiva posta in essere dalle forze dell’ordine in ottemperanza all’art. 1. Speriamo che da questo incontro con il ministro esca una concreta proposta di modifica della norma. Infatti, anche e soprattutto la politica ha il dovere di fare un gesto concreto, dopo troppi anni in cui il contrasto alla violenza ed al femminicidio é stato sempre ai margini dell’agenda istituzionale, tentando di ridimensionare il fenomeno, amplificando cosi’ una cultura retrograda e pregiudiziale, occultando le vittime e rendendole invisibili”, prosegue la nota. “Noi, le migliaia le donne che firmatarie dell’appello per la modifica dell’art. 1, speriamo che questo incontro segni la differenza, cosi’ che mai piu’ la violenza sia la prima causa di morte femminile, mai piu’ le vittime vengano rimandate a casa tra le braccia del carnefice e mai piu’ sia necessario lottare per avere una giustizia uguale per tutte”, conclude Pace.
Addetto stampa
Andrea Petrella
347-7724237