Fuccio ha chiesto aiuto a Dio, al Papa, ai preti. Auguriamoci, da buoni casoriani, che le sue invocazioni sortiscano effetto. Ne abbiamo bisogno, visto quel che combina l’Amministrazione Comunale.
Dopo 13 mesi di lavoro, il nostro Sindaco non è arrivato alla sintesi. Con quali speranze va avanti?
All’inizio del mandato, un anno fa, 19 giugno 2016, piaceva la sua fede nel lavoro nonostante la totale mancanza di attenzione verso la comunicazione, un po’ meno la tendenza a giustificare qualunque problema ancora non risolto in questa Città: la pulizia delle strade e della piazza principale, le lottizzazioni, i parchi commerciali ed i parchi residenziali, il Cimitero, i morti ed i vivi, la riscossione tributi (è stato anche rimproverato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze), l’organizzazione sportiva, la monnezza, tantissima monnezza, le condizioni di Arpino, le ville comunali, i permessi a costruire, il centro antico, il problema ancora irrisolto del Patrimonio Comunale, lo Stadio San Mauro, il Centro Polifunzionale Sportivo di via Cava, detto PalaCasoria, la legalità e la trasparenza, l’andamento della macchina comunale, le progressioni verticali e quelle orizzontali, gli uffici vuoti ed abbandonati di via Piave, gli uffici all’interno della ex Pretrura, le opere compensative TAV.
“Pensavo che arrivando loro, il lavoro dei dipendenti comunali venisse ottimizzato, che gli invisibili diventassero visibili, le nostre potenzialità, i nostri titoli di studio – mi dice Davide.