Scolpire il canto, è questo l’ultimo lavoro del maestro napoletano Enzo Marino, il quale dopo essersi già misurato in passato con, lo scolpire il fuoco (Torino 2010), scolpire l’aria (Mozirje Slovenia 2009), prova a cimentarsi, nella realizzazione di momenti magici, cercando di costruire un’atmosfera fantastica e sognante. Quello che lo stesso definisce “un momento di bella pazzia”,
è stato rappresentato stamane presso l’ Orto Botanico degli studi di Napoli Federico II, in cui Marino stato affiancato nella sua rappresentazione dal coro polifonico “Cantate Domino” diretto dal maestro Daniela Michela Di Monaco, con i virtuosismi dei soprani Rosaria Ceci, Giovanna Giangrande Mariangela Terracciano e i tenori Francesco Camera e Francesco Vilardi. Al pianoforte suonerà Assunta Vilardi. Ma la domanda o la sfida che l’artista si pone e che pone al suo pubblico è questa: è possibile scolpire il canto? La risposta è senz’altro che positiva, in quanto la capacità di emozionare e soprattutto far sognare la platea è in fono l’obbiettivo principale a cui ogni artista si ispira e ne trae soddisfazione. Enzo Marino vuole questo, sorprendere chi lo osserva, trasportare l’uditorio verso quell’aspirazione impossibile, ma che poi diventa possibile, ossia scolpire l’incredibile. Un happening che il maestro ha realizzato con il contributo della Free International Artist da lui fondata a Torino nel 2002. La finalità di questa associazione, ben presto poi realizzatasi, è stata quella di creare un contatto fra artisti, critici e appassionati d’arte, i quali molto spesso sono spazialmente lontani, ma idealmente vicini. Negli anni la Free International Artis ha raggiunto e unito svariati artisti e diverse sono state le rappresentazioni nel tempo, ne citiamo alcune, come quella del 2005 “Stracci al vento” tenutasi sempre all’orto Botanico degli studi di Napoli, o quella di “Fetzem im Wind II” che si è svolta a Graz in Austria. L’ultima in ordine cronologico è stata quella dal titolo “Solstizio d’estate” concerto per martello scalpello e flauto, tenutasi a Torino e realizzata grazie al progetto di adesione alla VI giornata del contemporaneo. Sarà stata anche quest’ultima rappresentazione a consolidare in Marino l’idea e la voglia di scolpire il canto, con la volontà di rendere sempre più reale ciò che appare astratto, attraverso l’uso di voci, gesti e attrezzi scultorei.