La Comunità parrocchiale S. Antonio Abate e la Comunità locale del Movimento dei Focolari di Casoria, per concludere insieme quest’anno pastorale, hanno organizzato la festa comunitaria sul tema “Fede come…incontro”, che si è svolta, di recente, all’interno dell’area parcheggio dell’istituto comprensivo “F.Palizzi”, plesso Duca D’Aosta, situato proprio di fronte alla Parrocchia. E’ stata proposta, dunque, ai numerosi convenuti una serata originale e ricca di stimoli, nella quale si è riflettuto, attraverso la proiezione di video, il racconto di tre esperienze e l’intervento canoro del cantautore don Mimmo Iervolino, sulla forza della fede, che spinge ad uscire da se stessi e ad unirsi a Dio attraverso i fratelli. Il parroco don Marco Liardo, dunque, coadiuvato da tanti fedeli disponibili ( richiesta di autorizzazioni per usufruire dell’area, installazione del palco, impianto elettrico, montaggio gazebo, servizio d’ordine, trasporto e collocazione delle sedie..), come è successo nei precedenti cinque raduni comunitari, ha offerto un’ulteriore occasione, in questo “Anno della fede”, per riscoprire la dimensione comunitaria del nostro credere: ci poniamo, allora, alla sequela di Cristo nella misura in cui andiamo a cercare il Signore della vita tra gli altri, per amarlo in chi è fragile, debole, solo e incapace di sopportare una sofferenza insostenibile; in chi chiede di essere aiutato nella sua richiesta di giustizia, in ogni essere umano che reclama una mano tesa che si apre al bene.
Ciò è stato ben sottolineato dalle due coppie di sposi (Tania e Mattia, Carmen e Gennaro) che hanno presentato il tema della serata, ponendo anche in evidenza che la comunità parrocchiale è il contesto adatto, soprattutto nei quartieri dormitorio, in cui si possono stringere legami affettivi e instaurare rapporti interpersonali fondati sui valori evangelici dell’accoglienza, della condivisione, dell’amore vicendevole: in tal senso, la fede, mediante l’incontro con la Parola di Dio, genera simultaneamente l’incontro fraterno con gli altri (l’inquilino della porta accanto, i figli, il coniuge, il collega di lavoro..), ma, talvolta, come ha sottolineato Mattia (che ha fatto riferimento alla sua esperienza personale), è anche l’incontro con gli altri nella Parrocchia che suscita il forte desiderio di conoscere e di amare Dio; la fede, dunque, spinge ad incontrare e ad aprirsi ai fratelli, ma anche l’incontro con gli altri conduce alla fede.
Le tre testimonianze hanno ben rimarcato come l’incontro con la Parola di Dio possa spronare a vincere la povertà affettiva e relazionale, imparando a guardarsi di più negli occhi, ad essere attenti a cogliere in certi sguardi una richiesta di aiuto, ad avere a cuore le difficoltà dei vicini, ad offrire un sostegno materiale, morale, spirituale : una ragazza di scuola secondaria di primo grado ha raccontato che la sua classe ha accolto, con spirito di servizio ammirevole, un compagno diversamente abile; è stata, poi,letta l’esperienza di una giovane moglie e madre che, avendo perso improvvisamente il marito, trova nel sostegno affettivo e spirituale di don Marco e di altri membri della comunità parrocchiale, la forza e la pace interiore per riprendere il cammino della vita; infine, ci è stata trasmessa la gioia profonda di Giusy e Biagio, una coppia di coniugi, che hanno compiuto la scelta di considerare la comunità parrocchiale una famiglia “allargata”, condividendo momenti lieti e dolorosi, attese e speranze, sempre donando e ricevendo amore, comprensione, conforto, pace. “Anche nei momenti difficili” hanno concluso “quando le incomprensioni sembrano prendere il sopravvento, quando i rapporti si coprono di polvere e stentano a ripartire e la cosa più logica appare quella di abbandonare, di gettare la spugna, ripensiamo a quella che è stata e che per noi è la Comunità e allora puntiamo nuovamente a ricominciare, certi che l’amore vero tra noi ci porterà ad essere sempre più uniti “.