Per le insegnanti della scuola dell’infanzia dell’I. C. 1° Ludovico da Casoria centrale é ormai diventata una piacevolissima ed emozionante consuetudine quella di celebrare la festa dei nonni, che ricorre ogni anno il 2 Ottobre. Esse, sostenute dalla Dirigente Maria Grazia Puzone, preparano canzoni, fanno imparare filastrocche ai loro “cuccioli” e organizzano giochi e interviste per far trascorrere momenti meravigliosi a coloro che, soprattutto oggi, sono diventati per i bambini punti di riferimento indispensabili per colmare, non poche volte, vuoti affettivi determinati dall’assenza dei genitori, lontani da casa per motivi di lavoro.
Una delle novità di quest’anno è stato il gioco antico, ma sempre attuale, della “settimana”: i nonnini e le nonnine, partecipandovi insieme ai loro nipotini, sono ridiventati anche loro bambini rievocando momenti felici della propria infanzia, riassaporando la bellezza e la spontaneità dell’età più bella, rievocando episodi scolastici vissuti nella stessa scuola dei loro “angioletti” e le attività ludiche svolte nella medesima palestra. E nelle interviste effettuate i nonni hanno avuto modo proprio di raccontare ai piccolini incuriositi dalle loro risposte come trascorrevano il tempo libero, quali erano i loro giocattoli preferiti, dove e come giocavano, quali merendine mangiavano,com’erano la loro mamma e il loro papà..
Eh, sì! Valgono tanto per i bambini i momenti delle coccole, degli abbracci, dei bacioni a profusione e chi, più delle nonne e dei nonni, in questi tempi dove i ritmi di vita sono accelerati, in cui si corre non appena alzati dal letto, è capace di restituire ai piccoli il respiro dell’amore, il tempo della tenerezza, le occasioni per imparare ad ascoltare e a dialogare? Qualcuno, proprio nella festa dei nonni, ha calcolato in termini monetari quanto vale il loro lavoro accanto ai nipoti: circa 2250 euro al mese. Ma è certo che sia i bambini che i loro affettuosissimi “tutor” dai capelli brizzolati e con qualche ruga, ma dal sorriso smagliante, direbbero che le ore della giornata dedicate alla cura dei piccoli sono incalcolabili e impagabili. Del resto, anche i nipoti sanno ricambiare ai nonni ciò di cui maggiormente hanno bisogno: la gioia di sentirsi utili, fin quando le condizioni di salute glielo consentono, la salute del cuore quando ricevono dai loro “cuccioli” attestazioni d’affetto, com’è accaduto il 2 Ottobre a scuola, l’armonia festosa che bandisce dall’animo i momenti di tristezza e di amarezza.
Un giornalista – nonno ha scritto al riguardo: “Se il nonno si ammala e finisce in ospedale, i parenti lo vanno a trovare portandogli i nipoti, e arrivati al suo letto spingono avanti i bambini, perché sono loro il più forte richiamo alla vita, la vitamina che lo risana. Di ciò possono dare testimonianza tantissimi genitori, che assistono i propri genitori infermi. Anche se un anziano sta soffrendo, basta un bacio , una carezza o il disegno di un cuoricino con la scritta “ti voglio bene” a rianimarlo, ad illuminare il suo viso con un sorriso. Chissà, forse ciò che più di tutto rende felici i nonni quando stanno accanto ai bambini è proprio la consapevolezza che i nipoti costituiscono la continuità della stirpe, la convinzione che nella vita dei piccoli si perpetuerà la loro, avvertendo, in un certo modo, la percezione della loro immortalità attraverso i nipotini. Per i bambini, invece, i nonni rappresentano la “voce” della memoria, il senso della saggezza originata dalle esperienze vissute, saggezza che li può orientare verso il loro domani evitando il male e apprezzando il bello, il bene e il vero.
A maggior ragione, allora, é da elogiare, la scelta educativa del corpo docente della scuola dell’infanzia della “Ludovico da Casoria” di rendere significativa la festa dei nonni, ponendoli al centro dell’attenzione e facendo loro capire l’importanza della loro presenza nel mondo infantile.
E quando i nonni continuano a vivere in un’altra dimensione, come aiutare i nipotini a superare il loro vuoto? Più volte ho visto piangere i bambini, perché il nonno/a non c’era più; ho suggerito loro, allora, di chiederne ai genitori una foto e di portarla con sé e quando maggiormente ne sentivano il bisogno li invitavo a baciare l’immagine ritratta e di parlargli/le come un amico invisibile, ma presente.