Che fine farà il giornale di carta? Scomparirà inesorabilmente, come pronosticato da Ross Dawson, studioso dei media australiano, e preconizzato dall’Economist, che ha fissato nel 2043 l’anno del tramonto del quotidiano cartaceo? Oppure resisterà all’era del web, adattandosi nei linguaggi e nei contenuti alla perdita della primogenitura della notizia e alla diffusione di blog, social network e portali di informazione online? L’amletico dubbio anima una mostra-evento sull’isola d’Ischia, da sempre osservatorio privilegiato sul mondo della comunicazione.
Venerdì 9 agosto ore 19:00, nella suggestiva location dell’Albergo Marina 10 boutique&design a Casamicciola Terme, esperti e professionisti del settore si interrogheranno, approfondendo il ruolo del giornalismo nell’era del web e provando, senza preconcetti, a fornire risposte sul futuro remoto del giornale di carta. Introdotti dal giornalista Daniele Morgera, già autore Rai, interverranno il presidente dell’Ordine dei
Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, il direttore del “Corriere del Mezzogiorno”, Marco Demarco, il giornalista televisivo Luigi Necco, il coordinatore del quotidiano “Il Golfo”, Pasquale Raicaldo e il patron del Premio Ischia di Giornalismo, Benedetto Valentino.
Il dibattito aprirà ufficialmente la mostra fotografica «Giornale di carta – Scatti in memoria di un oggetto cult prima della sua (presunta) sparizione», un suggestivo percorso di Martina Federico che impreziosirà i locali dell’Hotel Marina 10 fino al 25 agosto (ingresso libero, orari di visita 10-13, 17-21). Undici modelle, dodici composizioni (7 sequenze + 5 fotografie singole) per fermare le pose, i tic e le posture tipici della lettura del quotidiano di carta, che hanno fatto e fanno parte dell’arredamento urbano. Le Monde, il New York Times, la Repubblica, il Corriere, il Foglio, il Sole 24 Ore, il Manifesto, la Stampa e Il Golfo sono i coprotagonisti della messa in scena di “situazioni da giornale di carta”: donne al bar, sul tram, sulle panchine dei parchi, o sulle scale della New York Public Library, alle prese con un giornale difficile da sfogliare o che sfugge, sfasciato dal vento. Donne che leggono il giornale sul tavolo, che lo tengono sulle gambe, per terra, che lo mantengono sotto al braccio, o sospeso in aria con una mano, con due. Un giornale chiuso, ripiegato, aperto, poco maneggevole ma comunque sempre molto romantico. Con il dubbio sulla sua sparizione, per ora soltanto presunta.