Vedendo questo titolo, tutti abbiamo pensato che Toni Servillo avesse, con la solita bravura, rappresentato la storia del grande politico dell’Unione Sovietica che condusse questo immenso paese dalla dittatura comunista ad una democrazia, ancora oggi incompiuta. Invece no! Gorbaciov è solo il soprannome di un individuo del napoletanissimo quartiere Vasto di Napoli che rappresenta il protagonista del film. Gorbaciov è un contabile del carcere di Poggioreale e vive in un vecchio appartamento a ridosso della stazione centrale di Piazza Garibaldi. Egli deve il suo nome ad una “voglia” di colore rossastro sulla fronte. Quale caratteristica più tipica del quartiere Vasto? Brandire una caratteristica fisica di un suo abitante ed affibbiarvi un soprannome. E’ spesso difficile spiegare questa caratteristica a non napoletani. Come convincere un lombardo o un veneto che una persona che ha una voglia sulla fronte a Napoli non è conosciuto con il suo nome proprio, Signor Esposito o Signor Coppola, bensì è per tutti Gorbaciov.
Tornando alla storia del film, Toni Servillo racconta di questo personaggio consumato dal vizio del gioco d’azzardo che esercita nel retrobottega di un ristorante cinese di Corso Novara. Tante delle scene più interessanti del film si girano proprio in questo ristorante, riconoscibilissimo a tutti noi anche nella vita reale. Esso è proprio quel ristorante con le lanterne rosse che chiunque domattina potrà notare in Corso Novara angolo Corso Meridionale. E’ quella la location del film, insieme a Via Ferrara, Via Nazionale e Piazza Garibaldi. Nel film, il proprietario di questo ristorante cinese fa parte della bisca composta anche da Gorbaciov e da un magistrato del foro napoletano colluso con la criminalità organizzata che esercita come seconda professione quello di cravattaro di questa bisca, prestando soldi a Gorbaciov o al proprietario del ristorante, arrivando addirittura a chiedere al cinese di giocarsi la sua bellissima figlia tra una mano ed un’altra di poker. E proprio di questa giovane donna che Gorbaciov si innamora. Lui vecchio, disadattato, solo e decadente che si innamora di questa bella ragazza che passa la sua vita a contenere gli eccessi del padre ristoratore che dilapida interi capitali nella bisca. Gorbaciov la invita ad uscire, le fa regali, la tratta con amore e quando può la difende in una vita di quartiere spesso difficile per una giovane immigrata. Arriva a convincerla a scappare insieme, ma prima ha bisogno di soldi. Contatta la camorra e si presta ad un grave atto illegale. Terminerei qui la recensione per evitare di raccontare troppo e togliervi il piacere di vedere questo film. Le riflessioni che questa pellicola induce sono tante. In primis la perversa commistione tra i settori criminali e la “borghesia” napoletana; quei colletti bianchi che vendono la loro professionalità e la loro libertà per pochi euro, per un po’ di potere, per contare, rendendo spesso vano le mille battaglie delle forze dell’ordine o della magistratura. Altra riflessione è la seguente; Napoli, pur nel terzo millennio, non perde caratteristiche proprie di una città mediterranea, latina, per certi aspetti ispanica: la logica di quartiere, la vita di una municipalità che per diversi aspetti sembra essa stessa un paese distinto dal resto della città. Con i suoi abitanti, i suoi tempi, i suoi “personaggi”. Ed il Vasto è questo. E’ il quartiere cittadino che più ha subito l’immigrazione cinese, araba, est-europea e si sta trasformando. E’ la zona della città dalla quale partono migliaia di napoletani per il nord, dal quale arrivano i turisti ed i viaggiatori diretti a sud. E’ il quartiere delle bische, dei “pacchi”, dei barboni. Un quartiere che è un po’ la Chinatown del Meridione ma che rimane molto napoletano nei suoi mercati rionali, con i “magliari” che da sempre rappresentano la caratteristica tipica del quartiere e con i suoi “personaggi” tipici. Gorbaciov è una di quelle persone che vediamo tutti i giorni nel Vasto vestito in modo particolare, individuo dalla strana apparenza che dà l’idea di individuo sudicio, fuori dal tempo, parassitario. Ancora una volta, solo Toni poteva rappresentare così una caratteristica tanto tipica della nostra città. Un film da non perdere per chi è del Vasto e copp, del Vast e sott e non solo.