Da qualche mese l’amministrazione Bene ha esternalizzato il servizio di riscossione dei tributi alla società Publiservizi S.r.l. che ha notificato migliaia di avvisi di pagamento relativi al tributo Tarsu per l’anno 2016. I cittadini lamentano varie irregolarità sia sotto il profilo sostanziale che formale, su questo tema i consiglieri comunali del Partito Democratico Cassettino, Graziuso, Ramaglia, Esposito e Rullo hanno compiuto un’interrogazione al sindaco Raffaele Bene. Ecco il testo:
E’ nota alla cronaca la battaglia condotta, fin dall’insediamento di questa Amministrazione, da parte degli scriventi consiglieri tesa a sottrarre ad un ente esterno la gestione e riscossione dei tributi comunali.
Ebbene come preannunciato in tempi non sospetti, non si è fatto attendere l’esito infausto di una gestione scriteriata, incauta e soprattutto illegittima ai danni dei cittadini di Casoria.
Come è noto, negli ultimi giorni, la soc. Publiservizi s.r.l., a cui l’Amministrazione ha inteso affidare la riscossione dei propri tributi locali, ha notificato migliaia di avvisi di pagamento a tappeto relativamente al tributo Tarsu per l’anno 2016.
Ebbene, molteplici sono le irregolarità denunciate dai cittadini, sia sotto il profilo sostanziale che formale.
In primis, sembrerebbero difettare gli stessi presupposti impositivi fondanti la richiesta creditoria.
Si richiede di pagare a chi non era occupante o ai familiari conviventi, finendo, in tal modo, per duplicare la richiesta di esazione del tributo!!!
Ed ancora, per sfuggire alla spada di Damocle della prescrizione, sembrerebbe invocata l’ipotesi dell’omessa denuncia a carico di chi da decenni paga regolarmente, finendo per falsare la realtà e ponendo a carico dei cittadini l’onere diabolico di dover dimostrare, a distanza di sette di anni, di aver proceduto al pagamento, a fronte della vigenza dell’obbligo di conservazione quinquennale delle ricevute di pagamento!!!
Con la notifica dell’intimazione al pagamento a soggetti diversi da quelli obbligati e come se l’Ente stesse tentando una illecita duplicazione di pagamento, maggiorata di penalità ed interessi, situazione che si realizza soprattutto nel caso di superamento del termine di scadenza per la proposizione del ricorso.
Il fenomeno è di così vasta portata da far emergere chiara un’ipotesi di un’istruttoria basata su dati errati; e come se fosse stata utilizzata l’attuale anagrafica dei nuclei familiari retrodatandola arbitrariamente al 2016 dove, nella maggior parte dei casi, la composizione dei nuclei familiari era oggettivamente diversa dall’attuale.
Se così fosse si genererebbe un ulteriore problema che è quello del mancato accertamento a carico dei nuclei familiari presenti nel 2016 e successivamente trasferitisi in altro comune, così come per le società non più presenti sul territorio.
Ove l’ipotesi prospettata fosse fondata avremmo il paradosso che l’amministrazione, a mezzo della società affidataria, anziché conseguire il risultato della lotta all’evasione, ha sortito l’effetto, annunciato dagli scriventi, di generare un insopportabile meccanismo di allarme sociale, gravando e perseguendo il cittadino oltre ogni misura, obbligandolo a sostenere un onere cui non è tenuto, ovvero quello di dover dar conto della propria situazione tributaria seppur non vincolato da alcun obbligo verso l’ente.
Nel contempo avrebbe impedito alla società di svolgere il proprio compito non fornendo alla medesima i dati riferiti al 2016.
Non senza considerare che quanto evidenziato sta interessando anche gli anni 2017 e 2018. In relazione ai fatti descritti ed all’ipotesi prospettata i sottoscritti consiglieri interrogano
Il Sindaco per conoscere quali sono le azioni, da adottare in tempi urgenti, che si intendono porre in essere per ripristinare la legalità ed evitare di ingenerare situazioni di allarme sociale destinate ad avere pesanti ricadute sulla cittadinanza.
Quanto sopra anche al fine di evitare l’attivazione di una class action della quale si sta profilando la proposizione e le cui ricadute non potranno non essere portate all’attenzione degli organi giudiziari sia di natura contabile che penale.