Continuano le proteste degli studenti contro il Disegno di legge, Gelmini, sul quale il Parlamento dovrà esprimersi martedì 30 novembre. Dopo l’arrampicamento sui tetti della Sapienza di Roma, gli studenti continuano i presìdi nelle Università italiane. E’ la volta della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli. In agitazione anche gli studenti di Perugia e di Lecce, dove si contesta il Presidente della Camera Fini per aver annunciato che Fli esprimerà il suo voto favorevole al provvedimento della ministra. Scuole e facoltà occupate. Presi d’assalto i monumenti nelle città italiane, torre di Pisa, cupola del Brunelleschi. A Roma, a Piazza San Giovanni, sabato 27 novembre, grande manifestazione della CGIL.
Gli studenti affiancano i lavoratori ed i pensionati nella lotta contro la crisi, in cui sono sotto accusa non solo la riforma ed i tagli sulla scuola e sull’Università, ma tutte le politiche messe in campo da questo governo a svantaggio delle fasce più deboli ed a tutela di quelle privilegiate. Ciò che si rivendicano sono l’equità e la giustizia sociale, un nuovo welfare, una redistribuzione economica ed una politica di sviluppo che contrastino la crisi e realizzino la crescita del Paese. Diritto al lavoro, lotta alla disoccupazione, riforma degli ammortizzatori sociali, equità fiscale, sviluppo del Mezzogiorno con la qualificazione della spesa, rilancio del diritto alla conoscenza. Per quest’ultimo punto, sono in azione la lotta al precariato, la richiesta di fondi e di tempi scolastici adeguati, il contenimento di alunni per classe, onde garantire un’istruzione che sappia essere anche di qualità. “Questa maggioranza è in crisi” ha detto la Camusso – segretario generale della CGIL – Berlusconi la finisca di fingersi una vittima. Il Governo deve dare risposte alle nostre richieste. Il prossimo passo sarà quello dello sciopero nazionale. L’intero comparto del Sapere, dalla scuola dell’infanzia all’Università è penalizzato per effetto dei tagli del Governo che agiscono negativamente sul diritto allo studio e sulla ricerca. Pressioni nell’aula di Montecitorio giungono dall’opposizione che chiede il ritiro del Ddl. Cosa accadrà martedi 30 novembre? La Gelmini cederà al pressing dell’intero mondo della scuola, dei sindacati, di quella parte politica che potrebbe chiederne la sfiducia – come ha commentato Dario Franceschini, capogruppo del PD – dopo le ben note sconfitte del Governo in Parlamento, o il Ddl andrà al Senato? Ed, intanto cortei, sit-in, occupazioni continuano nelle facoltà e ciò dovrebbe far riflettere!