C’è una grande novità, da tutti dimenticata. Sono passati otto anni. L’Assessorato all’Assetto del Territorio, retto dal 4 luglio 2003 fino al 3 novembre del 2004 da Franco Zoleo (l’architetto socialista fu il successore dell’Arch. Michele Cennamo) organizzò nell’aula consiliare del Municipio di Casoria un convegno dal titolo: “Nuove ipotesi di sviluppo e strumenti di trasformazione urbana. Il recupero delle aree dismesse di Casoria”. Le aree dismesse, lo sanno tutti, discorso ormai trito e ritrito, sono un’occasione di rilancio e possono, anche se occorrerebbe una certa urgenza, definire le direttrici dello sviluppo locale.
Corsi e ricorsi storici, diceva Gian Battista Vico.
Va ricordato, infatti, che, oggi, Franco Zoleo, insieme al Prof. Piemontese, fa parte del gruppo di lavoro che ha vinto la gara per la redazione del PUC. Le numerosissime osservazioni fatte dai cittadini hanno frenato l’approvazione del
Piano Urbanistico Comunale, sospeso in attesa che l’Azienda Comune dia le risposte a queste osservazioni. Il PUC aspetta, quindi, l’approvazione definitiva in Consiglio Comunale. Punti di discordia sono i tantissimi Permessi a Costruire che hanno stravolto l’impianto redatto dal Gruppo di Lavoro cui fanno parte proprio il Prof. Piemontese e l’Arch. Zoleo.
Torniamo, invece, a quel convegno, che poteva essere occasione di sviluppo, di cambiamento, di prospettive e propedeutico per la nostra Città. Cosa colpì le nostre speranze e le nostre desiderate, in una Città dove ha eretto il CEMENTO come suo Dio, oltre al Danaro, il Potere……..
La novità, che citavo all’inizio di questo articolo, rassicura sull’iter procedurale per avviare i lavori dell’Alta Velocità e della riqualificazione della Stazione Ferroviaria, compreso Piazza Dante, via Cesare Battisti e via Boccaccio e consente, inoltre, di confrontarsi con lo studio di fattibilità, che seguendo le richieste dell’allora Ministero dell’Ambiente, programmò, sempre otto anni fa, attraverso il Settore Urbanistica del Comune di Casoria, una pianificazione delle cinque aree dismesse, chissà se in sintonia con le politiche dello sviluppo locale.
Voglio raccontarvi i fatti.
Nel 2000 il comitato tecnico, istituito in seguito alle previsioni della Conferenza dei servizi sulla TAV del 1996, per la definizione di un richiesto Piano Urbanistico Comunale, presentò in Regione Campania lo studio di fattibilità dell’Architetto Pasquale Miano, primo classificato in un concorso di idee, che procurò al Comune di Casoria un contributo regionale di 150 milioni di lire.
L’Architetto Miano, in quel convegno tra pochi intimi avvenuto nell’aula consiliare, illustrò, con disegni, mappature e analisi elaborate, le indicazioni proposte, riguardanti le cinque aree dismesse interessate. Tutti gli elaborati partono da una premessa: adeguare la pianificazione urbanistica territoriale a quanto richiesto dalla Commissione TAV in sede di Conferenza dei servizi e di Accordo di Programma. Si avventurò in una serie di analisi e di proposte, che “definì” necessarie per superare le difficoltà di recupero dei 500mila mq. delle cinque aree dismesse. Un lavoro che potrebbe, oggi, essere ereditato dal nuovo Assessore all’Urbanistica, Avv. Giovanni Gagliardi e dal nuovo Dirigente del Settore Assetto del Territorio, l’Arch. Salvatore Napolitano che erano in quell’epoca dello stesso colore politico dell’Arch. Miano.
Una sola grande proposta: creare due pezzi industriali leggeri, una cittadella sportiva, un parco pubblico ed una struttura di servizio.
Per addivenire a ciò, tutti gli spazi “liberi” debbono entrare in questo sistema di conservazione territoriale che deve definire un costituendo “Parco”, in continuità con quello previsto nella variante al P.R.G. del Comune di Napoli: il Parco del fiume Sebeto – Regi Lagni. Si ipotizzano anche mezzi di connessione con l’area orientale Volla – Casalnuovo.
Per raggiungere questo obiettivo, necessario anche per i lavori dell’Alta Velocità, tutte le aree dismesse libere dovrebbero essere vincolate a questa destinazione. Tutto quello che c’è dovrebbe diventare ecocompatibile.
L’idea dell’Architetto Miano, otto anni fa, era quella di costituire tre assi viari: su via Principe di Piemonte si alloca la Montedison (ex Resia), di proprietà Enichem, poi ceduta alla GFI (?!?) e più avanti il piano ASI; il nodo Montefibre (ex Rhodiatoce) – Ferriera (una volta Acciaierie del Sud, oggi I.M.I.), con una posizione centrale lungo gli assi infrastrutturali interni (nave, ferrovia etc.); ex Tubi Bonna (oggi ISP) ed ex Perlite che vanno verso il sistema esterno.
Nel leggere il progetto “Miano Architetto”, otto anni fa, si veniva presi da tanta speranza. L’Arch. Miano progettava per i nostri pronipoti, parchi urbani e cittadelle produttive con due sole variabili: trasformazione e conservazione.
Cinque cittadelle produttive per il recupero. Nella zona Tubi Bonna – Perlite, una cittadella sportiva, recuperando l’altra area del Centro Polifunzionale (PalaCasoria). L’Architetto Miano fece uno studio di fattibilità per poter capire in che modo poter ottenere lo sviluppo della città.
A quell’epoca tante buone intenzioni, chiacchiere e bla bla bla. Casoria ha subìto, negli anni passati, una forma di urbanizzazione eccessiva e una forte immigrazione, napoletana prima ed afragolese poi: 84 mila abitanti in 12 kmq è un rapporto altissimo.
Solo con un corretto e intelligente riutilizzo delle aree dismesse questa Città può risorgere. Non si possono più commettere errori. Già troppi sono stati commessi dai regimi demo- socialisti e catto -comunisti e da 18 anni di centro sinistra. Sulle questioni che attengono al futuro della città ci deve essere il confronto, il contributo ed il consenso di tutte le forze politiche e ciò può essere anche un’occasione occupazionale.
Il riutilizzo delle aree dismesse deve essere ai fini produttivi ed ecocompatibili e di servizio al singolo ed alla collettività.
Fino a tutt’oggi lo studio della problematica “area industriale” ha dato, purtroppo, risultati modesti. E’ una problematica articolata perché c’è l’estrema carenza di aree da destinare ad insediamenti industriali. C’è solo una disponibilità teorica, sulla carta. La reale disponibilità di queste aree non esiste. Un progetto di insediamento industriale, per avere la disponibilità e le autorizzazioni impiega dai 12 ai 18 mesi. Dall’idea alla realizzazione ha una velocità di tre anni quando, invece, un qualsiasi progetto industriale, dopo cinque anni, è già obsoleto, superato.
L’ASI, poi, è un paradosso nel paradosso. Sulla carta non ha aree disponibili, nella realtà le ha. Esistono una serie di lotti assegnati dove non è stato realizzato un insediamento industriale, nonostante esista una legge di revoca dell’autorizzazione.
Necessità e convenienza dell’impresa locale di avviare investimenti.
Esistono le condizioni di convenienza per investire a Casoria per molti elementi a favore: un buon livello delle maestranze ed un buon livello di infrastrutture. E’ un delitto registrare l’impossibilità di realizzare investimenti industriali. Invece, qui a Casoria, tutto è possibile: sono aree pronte, e, quindi, non c’è nemmeno bisogno di infrastrutture, localizzate in maniera eccellente. E’ un delitto lasciarsi sfuggire questa occasione. Ci sono gli incentivi, le aziende, gli investitori.
Nella riutilizzazione, avviene che Casoria non dispone di grandi spazi. Questo è il mio suggerimento: “non pensare a destinazioni troppo rigide, non contrastare fenomeni materiali, verificare la possibilità che possano essere accompagnate da ipotesi sperimentali ed aperte. Un nuovo ruolo per l’Amministrazione Comunale che deve continuamente adeguare i programmi”.
Sono disponibili queste aree?
Al più presto, in proposito, il Sindaco ed il Consiglio Comunale hanno l’obbligo morale, tecnico ed amministrativo di dover fare luce.
Ritenendo collegabili il riutilizzo delle aree dismesse e la realizzazione dell’Alta Velocità, l’ultima novità arriva direttamente dal Ministero dell’Ambiente. “Sono state risolte tutte le problematiche inerenti la definitiva attuazione della tratta Roma – Napoli dell’Alta Velocità. Ciò è avvenuto, otto anni fa, a seguito della decisione della Regione Campania, comunicata alla Commissione VIA, che ha optato per la connessione dell’Asse Mediano, anziché quello autostradale”.
Spetta alle forze politiche locali, al Sindaco ed al Consiglio Comunale, difendere la prospettiva dello sviluppo locale, partendo dall’Alta Velocità, ma anche dal “tesoro” rappresentato dai cinquecentomila mq delle cinque aree dismesse.
Nessuno, al di fuori del Consiglio Comunale, può decidere cosa fare delle aree dismesse che restano, per quanto ci riguarda, l’unica possibilità, per innescare investimenti e finanziamenti sul nostro territorio.
Gli Assessori dell’epoca potrebbero, oggi, rivelare ad alta voce le loro “verità”, finora sussurrate, sulla proprietà della Perlite o sulla GFI che acquistò la Resia, oltre che su Rhodiatoce e Tubi Bonna. Una politica, quella del centrosinistra sciolto per camorra, fatta di sotterfugi e spartizioni, ha impedito la conoscenza di tutte queste verità. Poi sono arrivate nella Casa Comunale a gestire sul piano finanziario, politico, amministrativo questa Città due commissioni prefettizie, di cui una Straordinaria, l’Amministrazione di Centro Destra con la guida di Stefano Ferrara. Ed oggi? A Giugno approfittando della Guerra tra le parti all’interno di quel gran contenitore di gomma che è il PDL è stato eletto Sindaco, Enzo Carfora, a capo di una coalizione composta da Pd, Api, Idv, Noi di Arpino e Fli. Speriamo di raccontarvi in seguito come si organizzerà ad affrontare questi problemi la nuova Amministrazione Comunale.
Alla prossima………
NANDO TROISE.