Con un video reportage sull’incendio alla Città della Scienza di Napoli Daniela Abbrunzo della Scuola di Giornalismo “Suor Orsola Benincasa” ha vinto la prima edizione del Premio “Formazione per l’informazione” indetto dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
Domenica 28 Aprile alle ore 12, nell’ambito del programma della settima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, si svolgerà nella Sala Lippi la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio “Formazione per l’informazione” ideato e promosso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. E ci sarà un doppio riconoscimento per la Scuola di Giornalismo “Suor Orsola Benincasa” di Napoli: il primo premio nella sezione TV a Daniela Abbrunzo con il video reportage “Il sogno non brucia”, che ricostruisce l’incendio e le vicende della Città della Scienza di Napoli e il secondo premio nella
sezione carta stampata a Clemente Lepore, autore dell’articolo “L’oro nero non sempre luccica”, un’inchiesta del quindicinale “Inchiostro” sui progetti di trivellazione petrolifera in Irpinia e nel Sannio.
Premio “Formazione per l’informazione”
Il premio, riservato agli allievi delle Scuole di Giornalismo italiane riconosciute dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti, è nato per valorizzare i migliori prodotti giornalistici realizzati dagli allievi praticanti delle Scuole durante l’ultimo anno di corso ed è suddiviso in cinque sezioni: carta stampata, online, radio, televisione e una sezione speciale dedicata alla Carta di Treviso. Decisamente cospicua l’entità dei premi: 5mila euro al primo classificato di ogni sezione, 3mila euro al secondo e 2mila euro al terzo. Alla cerimonia di premiazione saranno presenti il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Enzo Iacopino e i membri della giuria del premio: Pierluigi Bertello, coordinatore del Comitato tecnico scientifico sulle Scuole di Giornalismo, Chiara Longo Bifano (GrRai), Stefano Natoli (Il Sole 24 Ore) e Paola Spadari (Ansa).
Il sogno non brucia
La notte tra il 4 e il 5 Marzo 2013 un vasto incendio distrugge Città della Scienza. Il museo e polo tecnologico di Bagnoli, nato agli inizi degli anni ‘90 da un’idea del professor Vittorio Silvestrini, scompare in una sola notte divorato dalle fiamme. “È un rogo di natura dolosa”, si leggerà il giorno seguente sugli organi di stampa. E anche gli inquirenti, visti i molteplici inneschi, la mattina dopo ipotizzano che quell’incendio è stato appiccato da mani criminali.
Il video reportage di Daniela Abbrunzo ricostruisce una delle ultime pagine buie della storia culturale della città di Napoli che inizia in realtà ben prima di quel 4 marzo alle nove e mezza di sera. Fin dalla nascita Fondazione Idis – Città della Scienza naviga tra alti e bassi sostenuta da fondi istituzionali e a partire dal 2005 da due contratti di fitto di ramo d’azienda che dividono dipendenti e mission in due entità: Fondazione Idis e Campania Innovazione Spa (che ha come socio unico la Regione Campania).
Dal 2010 in poi con l’introduzione del Patto di Stabilità e con l’avvento della Giunta Regionale Caldoro i finanziamenti arrivano a singhiozzo e anche gli stipendi tardano ad arrivare. I dipendenti della Fondazione vantano crediti per 11 mensilità (non corrisposte nell’arco di tre anni) e anche quelli di Campania Innovazione hanno ben 4 mensilità arretrate. “Queste spettanze non sono maturate la notte dell’incendio, ma si trascinavano già da vari anni”, racconta, al microfono di Daniela Abbrunzo, Emiliano Caiazzo dipendente della Fondazione e sindacalista Usb.
Le spettanze (o mensilità arretrate) sono la conseguenza dei crediti che la Fondazione vanta nei confronti della Regione e del Miur per progetti realizzati, ma sono anche il risultato del ritardo con il quale la Regione versa la quota del fitto di ramo d’azienda nelle casse della Fondazione. “Si sa che esiste un problema di fitto di ramo d’azienda che è stato ereditato dalla giunta precedente – spiega nel reportage Edoardo Imperiale direttore generale di Campania Innovazione – e il contratto di fitto viene pagato a seconda degli incassi”.
“Campania Innovazione non solo non paga il fitto con regolarità alla Fondazione – precisa Emiliano Caiazzo – ma non paga neanche lo stipendio dei suoi dipendenti”.
Dopo il rogo per i dipendenti è partita la cassa integrazione a rotazione, ma il dibattito sulla ricostruzione del museo resta ancora aperto. In attesa di sapere come, dove e quando risorgerà, la questione principale resta la gestione del museo: Città della Scienza, una volta messa in piedi, sarà in grado di camminare sulle proprie gambe o ricadrà negli errori del passato?
Il video “Il sogno non brucia”
http://www.unisob.na.it/inchiostro/video.htm?idvd=1252
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