E’ stato incentrato sulle attese e sulle problematiche dei giovani il messaggio augurale per il 2011 del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Li ha sollecitati, anzitutto, pur in una condizione di persistente crisi economica, a non rinunciare al desiderio e alla speranza di nuovi e più degni traguardi da raggiungere nel mondo segnato dalla globalizzazione. Condizione necessaria per un futuro migliore dei giovani – ha spiegato – “è che l’Europa agisca davvero come Unione di Stati e di popoli per superare non solo l’attacco all’euro e una insidiosa crisi finanziaria nell’Eurozona”, ma anche “per aprire una nuova prospettiva di sviluppo dell’economia e dell’occupazione nel nostro Continente”. Quanto all’Italia, Napolitano ha chiaramente detto che non si possono offrire prospettive tranquillizzanti alle nuove generazioni se lo Stato non affronta con determinazione il grave problema dell’abnorme debito pubblico. “Quel peso” – ha puntualizzato –“ non possiamo lasciarlo sulle spalle delle generazioni future senza macchiarci di una vera e propria colpa storica e morale”. Urge, inoltre, “sottoporre alla più severa rassegna i capitali della spesa pubblica corrente e a rendere operante per tutti il dovere del pagamento delle imposte. Questo dovrebbe essere l’oggetto di un confronto serio, costruttivo, responsabile, tra le forze politiche e sociali”.
Occorre, dunque, per il Presidente delle Repubblica, frenare drasticamente lo spreco delle risorse della collettività, rimpinguare le casse dello Stato con una efficace lotta all’evasione fiscale e indirizzare i fondi statali “alla cultura, alla ricerca e alla formazione”. A tal fine, ha posto in rilievo che “c’è bisogno non solo di più investimenti pubblici nella ricerca, ma di una crescente disponibilità delle imprese a investire nella ricerca e nell’innovazione”. Sempre animato dalla preoccupazione premurosa per il futuro molto incerto dei giovani ha affermato: “Gli ultimi dati ci dicono che le persone in cerca di occupazione sono tornate a superare i due milioni, di cui quasi uno nel Mezzogiorno, e che il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni ha raggiunto il 24,7 per cento nel Paese, il 35,2 nel Mezzogiorno e ancor di più tra le giovani donne”. “Sono dati” – ha dichiarato con risoluta fermezza – “ che debbono diventare l’assillo della Nazione. Se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutta l’Italia: ed è in scacco la democrazia”.
Dopo aver evidenziato lo spessore civico della celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che ricorrerà nel 2011, un evento prezioso per “riscoprire gli ideali di libertà e di unità” su cui fu costruito lo Stato unitario, Napolitano ha concluso il discorso con queste parole: “Possiamo ben aprirci la strada verso un futuro degno del grande patrimonio storico, universale riconosciuto, della Nazione italiana. Facciano tutti la loro parte: quanti hanno maggiori responsabilità – e ne debbono rispondere – nella politica e nelle istituzioni, nell’economia e nella società, ma in pari tempio ogni comunità e ogni cittadino. Dovunque, anche a Napoli, faccia la sua parte ogni istituzione, ogni cittadino, nello spirito di un impegno comune, senza cedere al fatalismo e senza tirarci indietro. Sentire l’Italia, volerla più unita e migliore significa anche questo, sentire come proprio il travaglio di ogni sua parte, così come il travaglio di ogni generazione, dalle più anziane alle più giovani. A tutti, dunque, il mio augurio affettuoso, il mio caloroso buon 20