Assessore al patrimonio prof. arch. Carmine Piscopo
e.p.c. Sindaco di Napoli Luigi de Magistris
Direzione Centrale Patrimonio dott.ssa Maria Aprea
Servizio Demanio, Patrimonio e Politiche per la casa dott.ssa Elvira Capecelatro
Gentile assessore al patrimonio, prof. arch. Carmine Piscopo,
Le scrivo per chiederLe chiarimenti in merito alla procedura di vendita dell’ “Hotel del Real Orto Botanico ” di proprietà comunale, situato in via Foria 192, ubicato in posizione prospiciente l’Orto Botanico, da cui prende il nome, e dichiarato bene di interesse storico. Mi chiedo quali siano stati i motivi per cui si sia potuto vendere questo immobile alla modesta cifra di circa 2 milioni di euro, a fronte di un valutazione di circa 5 milioni di euro, per l’esattezza 4.931.000,00 (si allega delibera di giunta comunale n. 1264 del 8 ago 2008 approvazione valore di stima). Va sottolineato che la metodologia di stima
adottata per la valutazione di questo immobile è stata quella del “Costo di produzione deprezzato” , procedura sicuramente più congeniale a valutazioni di beni riproducibili in condizioni normali di mercato come capannoni industriali, centri commerciali, bungalow, padiglioni, biblioteche, ospedali etc., casi in cui il valore è determinato dalla sommatoria dei costi: area di sedime, costo di costruzione, oneri professionali, oneri concessori, oneri di urbanizzazione etc., sottraendo il valore del costo di deprezzamento delle strutture e impianti, dovuti alla vetustà. Comprenderà bene che tale valutazione non può essere messa in atto per beni di pregio di interesse storico, come quello in oggetto. Con questo criterio, Palazzo San Giacomo varrebbe circa quanto un fabbricato delle Vele a Scampia! Quindi, pur ammettendo che il valore dato sia quello più prossimo all’esatto valore di mercato, come è stato possibile aggiudicare una struttura alberghiera di pregio, situata in pieno centro, lungo un’importante arteria della città, che, a detta della perizia, è anche completamente ristrutturato e in buone condizioni di manutenzione, (composto da 36 camere, reception, hall, bar, ristorante, sala prima colazione, terrazzo attrezzato e corte interna coperta, per una consistenza di 2753,49 mq di 500,61 su cinque piani fuori terra con copertura a terrazzo praticabile), al valore di circa 2 milioni di euro? Purtroppo il nostro regolamento consente di vendere gli immobili dopo che l’asta è andata più volte deserta, al limite del suo valore inventariale, (il valore inventariale non è il valore della perizia, ma è il valore minimo attribuito al bene, per il quale è possibile venderlo) che potrebbe essergli stato attribuito anni fa, diciamo con una certa leggerezza… A questo punto, mi chiedo perché il comune, dopo aver verificato che l’unica offerta pervenuta nell’ultima gara di dicembre era troppo lontana dal valore peritale iniziale, non ha bloccato l’asta visto, dal momento che era nelle Sue prerogative? Le chiedo di poter rispondere al più presto a questa mia interrogazione per iscritto, al fine di fare chiarezza su questa procedura, valutando così anche se sia il caso di modificare il nostro regolamento vigente per la vendita degli immobili (delib. 47 del 11/3/2004). In attesa di un Suo riscontro, La saluto e Le auguro buon lavoro.
Il Presidente Commissione Consiliare “Diritti e Sicurezza “
Cons. Arch. Gaetano Troncone