Intervista immaginaria ad un candidato immaginario

Signor Eugenio Scrocco perché ha scelto di candidarsi a sindaco di questa città? Ha valutato gli enormi problemi che è chiamato a risolvere?

La città ha bisogno di uno scatto di dignità, anzi di un riscatto.

Un riscatto? Come ai tempi di Giovanni Pisa? Allora, secondo Lei c’è qualcuno che ricatta la città?

Ma che ha capito!? Io parlavo di riscatto nel senso di scattare due volte per arrivare primo.

Come si considera, di destra, di sinistra o di centro?

Lei conosce la fisica e le leggi delle leve?

Beh, è passato un bel po’ di tempo dal liceo.

 

Io mi considero il fulcro.

Per la sua lista Lei ha scelto una caccavella. Un simbolo insolito. Per quale motivo?

Volevo scegliere una tavola imbandita. Ma avrei dovuto ingrandire il simbolo. Così ho preferito la caccavella, la parte per il tutto.

Mi scusi. Non capisco.

Uno dei più grossi problemi di oggi è il lavoro. Chi lavora si siede a tavola almeno due volte al giorno. L’allusione è al fatto che farò in modo di dar lavoro alla gente affinché possa mettere una pentola sul fuoco ogni giorno.

Geniale. Avevo equivocato. Come pensa di affrontare e risolvere la piaga della spazzatura?

Questo è un nuovo vecchio problema.

Mi scusi, come può essere vecchio e nuovo contemporaneamente? Lei parla per ossimori.

Volevo dire che è vecchio ma che si ripresenta. Comunque ingaggerò (se vincerò) un gruppo di consulenti, esperti navigatori che mi proporranno le tecnologie più avanzate in questo campo. Ho già in mente un certo THOR. Ma ci vorrà tempo, … e denaro.

Vedo che ha le idee chiare, che non confonde l’etica della responsabilità con l’estetica dell’opposizione. Ha concordato il programma con i leader delle sue liste?

Io sono uno che tira dritto. Non sono condizionabile. Sono un innovatore. Se il profilo programmatico con gli alleati non è coeso, ….desisto.

Questo lo dicono anche i suoi concorrenti.

Le cose non si dicono, si fanno.

Quindi, se qualche membro della maggioranza viene meno, Lei  …. desiste?

Si, se è proprio necessario ……. a meno che non ci sia qualcuno che per il bene della città e aderendo senza contropartita al mio programma mi soccorra.

Un responsabile, allora.

Lo chiami come vuole.

Mi perdoni, ma non mi sembra coerente. Ma torniamo ai  problemi della città. Perché secondo Lei in 30 mesi non è stato approvato il Puc approntato dai Commissari?

Guardi, in questa città ci sono grandi famiglie con troppi famigli. Immagini diversi grandi alberi molto ramificati e fronzuti. Molti cittadini, per anni, hanno trovato riparo dalle intemperie e dalla calura sotto i loro ombrelli protettivi. Talvolta cambiano casa e sono costretti a rifugiarsi sotto l’albero più vicino abbandonando il vecchio. Comunque si riparano.

Che c’azzeccano gli alberi fronzuti con il Puc?

Vedo che non capisce. Gli alberi hanno bisogno di altro spazio. A buon intenditor poche parole.

Negli ultimi giorni, dato il persistere del cattivo tempo, c’è stato un viavai di gente da un albero all’altro. Non crede che quelli che restano alle intemperie diserteranno le urne?

IO sarò il loro ombrello. Darò loro le informazioni di cui hanno bisogno. Il mio impegno è quello di illustrare il mio programma ai miei futuri famigli ed ai famigli altrui. Avrò contatti continui con tutti.  Questo sarà un forte stimolo alla partecipazione. Anzi, farò di più. Insegnerò ai miei fans la canzone di Fabrizio De Andrè: “La politica è partecipazione”.

Mi scusi, si sbaglia. La canzone recita: “La libertà è partecipazione”. E poi l’autore è Giorgio Gaber non De Andrè.

Fa lo stesso. E’ importante che la gente associ politica a  partecipazione.

Ma è un inganno.

Che importa? Il fine giustifica i mezzi.

A proposito di mezzi cosa prevede il suo programma sui mezzi di trasporto?

Mi scusi ma devo proprio scappare. Continueremo l’intervista un altro giorno.

Aspetti… Le devo chiedere lumi su ambiente, viabilità, Più Europa, fogne, marciapiedi, cacca canina, …..Non vada via!

Mi spiace. Devo tornare di corsa al casale. Mia moglie a mezzogiorno in punto mette la caccavella sul fuoco.

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