La causa delle intolleranze alimentari è da ricercare nell’alterazione del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario) che riconosce alcuni alimenti come dannosi ed estranei e mette in atto una reazione di autodifesa con la comparsa di sintomi aspecifici.
La sintomatologia dell’ intolleranza agli alimenti e alle sostanze chimiche in essi contenute ( additivi , fitofarmaci , ecc.) si possono presentare spesso in una forma con scarsa sintomatologia ( cronicità sintomatica) , nei casi in cui l’alimento è assunto già da diverso tempo .
Spesso dopo un pasto composto da un cibo intollerante , l’individuo può avvertire una sensazione di temporaneo benessere , come ad esempio dopo l’assunzione di cioccolata , dolciumi in genere e zuccheri raffinati . I motivi vanno ricercati nella classica dipendenza , come nel caso dell’alcoolista cronico che trova beneficio dall’assunzione di alcolici . Questa è la fase dell’assuefazione che puo’ durare al massimo 3-4 giorni .
L’eliminazione di un alimento dalla dieta , può portare spesso alla fase di astinenza , durante la quale la sintomatologia , sempre della durata di 3-4 giorni si manifesta in una forma quasi acuta per poi passare ad una sintomatologia cronica , classica della intolleranza alimentare .
Un esempio calzante può essere l’individuo che soffre di intolleranza a zuccheri o cioccolata e manifesta la cefalea come sintomo di reazione alla intolleranza senza conoscere le cause . Nel caso in cui dovesse decidere ,per qualsiasi motivo, di eliminare dalla dieta zuccheri raffinati e cioccolata lo stesso soggetto potrebbe accusare una sintomatologia di astinenza che lo indurrebbe a fare riferimento agli alimenti allontanati dalla dieta . Si crea così un circolo vizioso di cui l’unica soluzione è la graduale eliminazione dell’alimento individuato come intollerante , con la stessa metodica della disintossicazione da tabagismo ( fumo di sigaretta) , alcolismo , droghe , ecc.
Diagnosticare una intolleranza alimentare , formulare una diagnosi e prescrivere una terapia non è cosa semplice se la persona intollerante agli alimenti non relazioni con la massima precisione una anamnesi al proprio medico . Quest’ultimo , dopo un attenta disamina della storia clinica del paziente , predispone un piano terapeutico non finalizzato alla semplice eliminazione degli alimenti sospetti, ma alla individuazione di tutte le concause genetiche , familiari , ambientali , stile di vita , abitudini alimentari , problematiche neurologiche e comportamentali ed altro .
Solo allora inizia la “fase di riduzione del sovraccarico alimentare” , avvalendosi di un regime dietetico personalizzato .
Ricordiamoci di un concetto di medicina ecologica indiscutibile : la mela raccolta in Sicilia non è mai simile dal punto di vista organolettico e chimico alla mela raccolta nella Pianura Padana .
Potenzialmente vi sono tante e diverse tipologie di intolleranze alimentari quanti sono i soggetti affetti da intolleranza alimentare.
E’ fondamentale la visione ecologica (olistica) del paziente .