Giovedì 9 Dicembre, Mariano Iavarone, mediatore familiare, nell’ambito di un progetto di formazione familiare, ha sviluppato, nel salone della parrocchia S Antonio Abate in Casoria, la seconda parte del tema: “La comunicazione efficace nella coppia”, a prosieguo del primo incontro svoltosi poche settimane fa. Interessantissime le riflessioni del Relatore, di frequente stimolato dagli interventi dei partecipanti, che interloquivano con lui in un fruttuoso scambio interattivo. Con il supporto di un video, il Relatore ha posto in evidenza che in una coppia l’uomo e la donna , pur molto diversi fra loro a livello biologico, caratteriale e comportamentale (per gli influssi educativi ricevuti nelle rispettive famiglie di origine), possono riuscire ad intessere insieme una relazione costruttiva e arricchente per entrambi se dalla interdipendenza ( “Ci amiamo, perché ciascuno di noi ha bisogno dell’altro”) si compie il salto di qualità passando sul piano della reciprocità.
E’ un livello alto di interazione vicendevole, nella quale ciascuno dei partner si pone l’obiettivo di prendersi cura dell’altro, stabilendo, però, dei confini all’interno della coppia per salvaguardare lo spazio individuale. Si tratta, quindi, di interagire in maniera flessibile, tale da rendere possibile, con equilibrio, l’opportunità di vivere momenti di autonomia e di condivisione.
Nella seconda parte del suo intervento, Iavarone ha indicato una serie di atteggiamenti e di comportamenti che ostacolano una comunicazione efficace all’interno della coppia. E’ importante – ha precisato – che il livello di contenuto (ciò che si dice verbalmente ) sia congruente con il livello relazionale o psicologico. Noi, infatti, comunichiamo non solo con la parola, ma anche con il linguaggio non verbale: postura, espressione dello sguardo, gesti e atteggiamenti. Se, allora, comunichiamo verbalmente un determinato messaggio (“Come stai bene con questo abito!), ma, in realtà, dal tono della voce e dall’atteggiamento mostriamo di non credere all’affermazione espressa, ecco che l’incongruenza palesata allontana i due partner. Per una comunicazione efficace – ha sottolineato Mariano – bisogna sapere innanzitutto ascoltare per capire fino in fondo il punto di vista dell’altro , al fine di evitare interpretazioni, che sono causa di fraintesi e di incomprensioni; occorre, inoltre, evitare generalizzazioni, bandendo dal nostro vocabolario, anche con i figli, gli avverbi mai e sempre (dici: “Mi hai detto una bugia, mi sento ferito/a”, non dire: “Sei un bugiardo, non sei mai stato sincero con me!); connesso strettamente al precedente, un altro ostacolo alla comunicazione efficace è quello di giudicare e di connotare negativamente: sforziamoci di esaminare l’atto che ha compiuto il partner, evitando di estendere la valutazione alla persona (dici: “ Hai messo in disordine”, non dire: “Il solito disordinato”. Dici: “Vorrei spiegarmi meglio con te, per manifestarti ciò che sto provando in questo momento! Non dire: “”Non mi capisci! Come sempre, dimostri di essere un tipo insensibile).
A Gennaio si terrà la terza tappa di questo importantissimo e formativo progetto.