Cari amici,
il disegno di legge di stabilità 2013 varata dal Consiglio dei Ministri il 9 Ottobre 2012 è di fatto una manovra finanziaria iniqua nella sostanza, in quanto colpisce ancora una volta la parte più debole della collettività. Essa infatti anziché togliere a chi più ha per dare ai più poveri, secondo un giusto criterio di giustizia distributiva, di fatto punisce i più poveri.
Infatti la riduzione delle aliquote Irpef dal 23% al 22% per il primo scaglione (fino a 15.000 euro) e dal 27% al 26% per il secondo scaglione (da 15.000 euro a 28.000 euro) tanto esaltata dal Governo,
nell’immediato determinerebbe maggiori risorse per le famiglie.
Tuttavia, il provvedimento è iniquo rispetto all’attuale situazione in quanto i contribuenti incapienti – che cioè già oggi non pagano l’Irpef – non avranno alcun giovamento dalla riduzione delle aliquote. Non solo, le minori imposte dovute all’Irpef vengono largamente assorbite dall’incremento dell’Iva di un punto a partire dal 1° luglio 2013, aumento che colpisce indistintamente tutti i cittadini.
Il risultato finale è che tutti vedranno riassorbito il vantaggio di pagare minore imposte Irpef dall’incremento dell’Iva, che comporterà inoltre un effetto inflattivo sui prezzi. Gli incapienti a loro volta, pur subendo tali aumenti, non potranno fruire della diminuzione Irpef in quanto non pagano tasse.
Poiché tra questi incapienti ci sono le famiglie in cui vivono i 3,4 milioni di cittadini italiani poveri in senso assoluto, è certo che l’area della povertà crescerà ulteriormente.
Inoltre va rilevato un altro aspetto del disegno di legge che non possiamo condividere. La riduzione dell’Irpef infatti produce gli stessi vantaggi monetari per tutti i contribuenti con un reddito superiore a 28.000 euro: anche chi guadagna 100 milioni di euro all’anno avrà minori imposte per 280 euro all’anno a partire dal 2013 (circa 23 euro al mese in più).
Riteniamo che il disegno di legge sulla stabilità in sede di conversione in legge debba essere completamente rivisto al fine di non danneggiare ulteriormente chi già si trova in forti difficoltà economiche, come i pensionati e i lavoratori della no tax area.
Sarà nostra cura rappresentare tali osservazioni alle autorità di governo e alle forze politiche.
Cordialità
Carmine Lucciola
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