Già durante la stesura del primo articolo riguardante la ex Resia, lo stabilimento sulla Statale Sannitica, è apparso evidente come i responsabili dei vari uffici facevano rimbalzare da una stanza all’altra senza dare alcuna informazione utile, avvalorando ancora di più l’ipotesi che l’incidente accaduto ad Agosto 1997 era un caso che scottava “parecchio”.
Tutti gli intervistati hanno usato verbi al futuro. Parlavano di ciò che quell’area di centomila mq. rappresenterà per la Città, i parchi che si costruiranno, il piano di insediamento produttivo, eccetera. Mai nessuno però si è soffermato sui fatti di quell’Agosto: ma cosa è accaduto veramente in quel “maledetto Agosto”? Ricordiamo per chi non lo sapesse ancora, che furono trovati 100 fusti di resine fenoliche e super fenoliche, altamente inquinanti.
Siamo allora andati in cerca delle carte, degli atti ufficiali, dei sopralluoghi dei Vigili Urbani, dei VV.FF., dell’Asl, delle ordinanze del Sindaco dell’epoca:
insomma l’intero fascicolo riguardante “l’incidente della Resia”.
Per trovarlo abbiamo dovuto faticare parecchio. Tra le carte, oltre naturalmente alla cronistoria dei fatti già raccontati, nel precedente articolo, c’erano numerosi spunti interessanti.
A cominciare dalle analisi dei due campioni di terreno effettuate dall’Asl Na 1, dalle quali si evinceva chiaramente che a provocare i malori dei cittadini residenti nelle zone limitrofe alla fabbrica è stato sen’altro il composto, contenente cadmio, cromo, piombo, rame, mercurio, ritrovato nei fusti incriminati.
Bidoni che furono rimossi, in seguito all’ordinanza n.153, emanata dal Sindaco di allora, Salvatore Graziuso, su incarico della stessa Enichem, dalla ditta SICAS con sede a Frattamaggiore, già affidataria, all’epoca, del servizio di raccolta delle siringhe infette sul territorio, e trasportati sotto scorta dei Vigili Urbani presso la ditta Consortium di Ferentino (provincia di Frosinone). Ma come tutti i gialli che si rispettino anche quello della Resia ha il suo finale a sorpresa.
Dal fascicolo che abbiamo preso in esame, pur essendo presente la dichiarazione comprovante l’avvenuta bonifica dell’area effettuata dalla SICAS per conto dell’Enichem, non risulta agli atti alcun documento che certifichi l’avvenuto controllo da parte del Comune e dell’Asl Na 3. Chi ha, quindi, controllato che la bonifica della SICAS sia stata eseguita secondo i criteri stabiliti dalle leggi dello Stato oltre che dall’ordinanza sindacale n.153 del 1997?
Nessuno. Anzi, in quei mesi, il Sindaco Graziuso mandò una lettera all’Arch. Stefano Prisco, allora responsabile del comparto tecnico del Comune di Casoria, nella quale lo invitava a prendere in considerazione l’eventualità di un controllo sull’operato dell’Enichem e della Sicas. Ebbene, di questa lettera non c’è più traccia nel fascicolo depositato presso l’Ufficio Urbanistica, riguardante quel “maledetto Agosto”.
Nando Troise.