«Esiste a Casoria una minoranza politica coesa e costruttiva, vigile e al lavoro sugli atti adottati dalla recente amministrazione Carfora.
Ringraziamo coloro che ci invitano a tenere gli occhi aperti perché, tutto sommato, a questi come a noi sta a cuore la tutela degli interessi dell’intera città ma, come già annunciato la scorsa settimana in conferenza stampa, il giorno 13 luglio abbiamo protocollato una richiesta formale – indirizzata al dottor Carfora ed al Presidente del collegio dei revisori dei conti -, nella quale la minoranza invita il neo Sindaco a provvedere all’annullamento dei decreti sindacali di nomina dei dirigenti del Comune di Casoria, violativi dei limiti imposti dalla riforma Brunetta; della norma contenuta nel d.lgs. 165/2011 art. 19, comma 6, così come modificato dal successivo d.lgs. 150/2009 (All. 1).
E’ già stata presentata un interrogazione parlamentare (indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro degli Interni e al Ministro della Funzione Pubblica),per conoscere quali iniziative intendono adottare i Ministeri competenti per riportare alla legalità l’attività amministrativa del Comune di Casoria, finalizzata ad attivare, finanche, i servizi ispettivi di riferimento per l’accertamento di responsabilità a vario titolo».
Questa, la lunga dichiarazione rilasciata dal capo dell’opposizione, Massimo Iodice, per chiarire l’operato della minoranza di governo, al quale pare non aggiungersi soltanto l’ex sindaco Stefano Ferrara, dopo i proclami di “Alleanza per Casoria”.
Ma procediamo con ordine, per consentire anche a noi, comuni mortali non necessariamente esperti dell’argomento, di capirci qualcosa in più.
D. Ha appena dichiarato che le nuove figure dirigenziali nominate dal Sindaco sono illegittime, che cosa vuol dire esattamente e quali ricadute ha sull’Ente questa scelta?
R. «Le diverse e recenti pronunce della Corte dei Conti – Sezioni Regionali di controllo e Sezioni Riunite – e della Corte Costituzionali, hanno affermato che anche alle autonomie locali si applica il limite della riforma “Brunetta” relativamente ai posti di qualifica dirigenziale. Pertanto, gli Enti locali possono assumere dirigenti a contratto solo entro l’8% della dotazione organica. Stando a queste disposizioni, il Comune di Casoria, per legge, poteva procedere sulla nomina di un solo dirigente – nel rispetto della percentuale -. Risulta inoltre accertato, che il Comune di Casoria ha in servizio persone di categoria D, titolari di posizione organizzativa con esperienza ultraquinquennale di funzione direttiva ed in possesso di laurea magistrale che potevano essere chiamate allo svolgimento di tali funzioni con notevole risparmio di spesa e in armonia con quanto stabilito dalla legge. Il Collegio dei revisori dei conti aveva sollecitato il Sindaco al rispetto di questa normativa, ma a nulla è servito il richiamo sfavorevole alla nomina e all’uso di contratti privati per la nomina dei dirigenti. Così, il suddetto organo, il 18 luglio ha ufficialmente depositato un atto pubblico nel quale dichiara violativi i decreti di nomina n. 123/2011, 124/2011, 125/2011, 123/2011, 127/2011, 128/2011, 129/2011 e 132/2011 esortando, ancora una volta, il Sindaco ad adottare gli opportuni provvedimenti prima di trasmettere gli elementi in suo possesso alla competente Procura Regionale della Corte dei Conti per l’eventuale configurazione di danno erariale».
D. Se questi sono i fatti, come avrebbe dovuto compiere le sue scelte Carfora per non incorrere in questo errore?
«Riconoscendo il merito dove c’è! Mi spiego, nell’Ente ci sono professionalità serie che andavano gratificate e prese in considerazione, al di là delle spartizioni politiche. Io avrei optato per la scelta di funzionari apicali, evitando al Comune un aggravio di spesa di circa 700.000,00 euro l’anno. Basti pensare che il solo dirigente di staff nominato da Carfora costa circa 90.000,00 euro l’anno.
In questi giorni l’attenzione nazionale sull’argomento “costi della politica” è altissima e, a mio avviso, questo problema deve essere affrontato partendo proprio dai territori locali. Nel caso specifico di Casoria, i dirigenti fanno decisamente parte dei costi inutili e in eccesso».
D. Passiamo alla questione sollevata, di recente, anche dal gruppo “Alleanza per Casoria” circa la convalida di alcuni eletti.
«Il paradosso politico più grande di questa questione è, secondo me, il caso del neo consigliere Esposito Orsino. E’ agli atti del Consiglio Comunale un documento indirizzato al Prefetto di Napoli, firmato da Vincenzo Infante – primo non eletto dell’Api -, nel quale viene chiesta la decadenza dalla carica di consigliere comunale di Orsino – appartenente allo stesso partito -,ai sensi dell’art. 63 comma 1 n.4 del d.lgs. 18/08/2000 n. 267, per incompatibilità a causa di una lite pendente con il Comune di Casoria. Costui, ha addirittura presieduto la scorsa seduta di consiglio al posto del consigliere anziano Polizio che, insieme a tutti noi, ha dato forfait. Tutto ciò, la dice lunga sul modo di intendere la legalità di questa Amministrazione».
D. A proposito di Consiglio. Lunedì ci sarà la seconda seduta, cosa farete?
«Non ci presenteremo perché non siamo ancora stati messi nelle condizioni di visionare gli atti del primo consiglio comunale non ancora affissi all’albo. Durante un incontro con il Sindaco, abbiamo chiesto di rinviare la data, ma non ha voluto ascoltarci. Saremo uniti anche stavolta, certo il consigliere anziano non potrà esimersi per ovvi motivi istituzionali».
D. Eppure, la sensazione è che il centro destra a Casoria sia, in qualche modo, sempre diviso in fazioni e gruppi diversi.
«Il centro destra a Casoria ha perso proprio per queste divisione interne che vengono da lontano. Dobbiamo avere la capacità di costruire, oggi, un centro destra moderato, coinvolgendo i tanti giovani, professionisti, donne, anziani che ci sono stati vicini durante la campagna elettorale. La nostra azione politica deve incentrarsi sulle esigenze del cittadino. Le città sono il fulcro della crescita di un paese e, in quanto tali, devono incentrare la loro azione politica: sull’ambiente, servizi sociali, mobilità, servizi culturali e politiche dell’educazione. Questi sono gli argomenti sui quali la politica deve coinvolgere i propri cittadini; sui progetti che aggregano una comunità e non sull’appartenenza a correnti o fazioni. Questi sono i limiti che hanno contraddistinto la classe politica del centro destra del passato. Ora è tempo di ripartire dal territorio, rispettando i ruoli istituzionali e cercando di trovare le giuste chiavi d’intesa, anziché alimentare continuamente le solite divisioni per la salvaguardia dei propri orticelli».
(La redazione di Casoria2 comunica di essere in possesso di tutti i documenti menzionati nell’intervista)
Daniela Iavolato (iavolato.casoria2@libero.it)