Un deluso, amareggiato ma non arrabbiato ex Sindaco, l’Avv. Pasquale Fuccio, ha parlato domenica scorsa alla sua Città che, in gran massa, è corsa ad ascoltarlo, in una gremita sala del Palacasoria, all’indomani della conclamata sfiducia che ha posto fine al suo mandato.
Un grande smacco, che proprio non si aspettava, tanto più perché la mozione di sfiducia è stata firmata da cinque dei suoi consiglieri di maggioranza, tra cui l’ex sindaco Vicenzo Carfora, i consiglieri Giuseppe Barra, Franco Russo, Angelo Russo e Mauro Ferrara che, insieme ad altri 9 consiglieri dell’opposizione, hanno decretato la fine dell’era Fuccio firmando le proprie dimissioni innanzi al Notaio Di Transo.
Quali, le ragioni ?
L’ex Sindaco si sofferma dapprima su quello che è stato l’operato – visibile e non – nei 920 giorni della sua amministrazione: dopo aver ricordato di aver ereditato dalle precedenti gestioni un bilancio in passivo, con le casse praticamente vuote, ha rivendicato la paternità di alcune importanti iniziative a favore della città, quali: l’aver ridotto considerevolmente i fitti di alcuni plessi scolastici, una rete di videosorveglianza che ha consentito di azzerare lo sversamento di rifiuti mediante la comminatoria di sanzioni ai trasgressori, l’isola ecologica di Arpino, il rifacimento delle strade, le Universiadi da svolgersi a giugno 2019, un previsto restiling delle zone a valle ed a ridosso del centro storico, l’iniziativa dello street food, i progetti legati ai beni confiscati da utilizzare per rilanciare l’economia cittadina, presentati alla Regione in merito ai quali non è stato ancora completato l’iter burocratico.
“A chi mi critica perché la rivoluzione promessa noi è mai iniziata, rispondo che la mia non voleva essere una rivoluzione armata, ma se il nostro paese avesse raggiunto la normalità, quella sarebbe stata la vera rivoluzione. Cosa mancava per la normalità? Un incasso di denaro pubblico, la presenza di un tasso di evasione molto alto, e abbiamo fatto una politica a voi non visibile, i cui frutti li vedrete in avvenire”, spiega Pasquale Fuccio.
Ma veniamo all’attualità. “Mi mandano a casa”, sottolinea Pasquale Fuccio; “non ce l’ho con nessuno, sono solo deluso, amareggiato, ma non arrabbiato, perché chi perde un sogno rimane deluso… io il sogno non l’ho perso… Quali sono le ragioni?! “
Quelle che sono state dichiarate nella conferenza stampa indetta all’uopo dall’ex Sindaco, sono presto dette: in un clima di inatteso ostracismo, Fuccio ha ricordato che circa quattro mesi fa è stato indetto un bando per la nomina del nuovo amministratore di Casoria ambiente; si badi, per sua espressa volontà, è stato indetto un bando, laddove finora la nomina è sempre avvenuta intuitu personae;” Io ho voluto una persona competente, non un amico; una persona da scegliere in base a dei criteri predeterminati. Sono andato controcorrente e non mi pento affatto anche se qualcuno mi aveva avvertito che forse avrei fatto politicamente una brutta fine. La libertà ha un costo altissimo, l’ho vissuto sulla mia pelle. La selezione di Casoria Ambiente è stata fatta con un iter burocratico, al termine del quale è stato scelto Giacinto Giardino, nuovo amministratore di Casoria Ambiente”, spiega Fuccio.
“Cosa si è consumato? racconta l’ormai ex sindaco; “Il giorno prima, con gran parte dei consiglieri abbiamo fatto un consiglio comunale, e non c’erano le avvisaglie… del resto, se hanno deciso di uccidere una persona, non è che te lo vengano a dire… è stato fatto un agguato….Nei miei giorni di sindacatura ho detto parecchi no, ma li ho sempre spiegati. Allora cosa si è consumato? Non ti sei accorto di niente? Io parlerei di un agguato se volessi usare parole forti, un accoltellamento alle spalle, una cosa che non ti aspetti…”conclude Fuccio.
“Chi è il tuo Bruto?!” qualcuno grida dalla platea. “Ne sono cinque, non uno”….replica Fuccio –“ Non sono i nomi, questi sono strumenti nelle mani di terzi… non hanno sfiduciato un sindaco, ma la città! Non mi
pento. Anche perché la vostra massiccia presenza qui, mi dà conforto”, continua Fuccio. Chapeaux all’opposizione, prosegue Fuccio, rivolgendosi verso la consigliera di M5S, Elena Vignati, presente in sala, che figura tra i 14 dimissionari del documento che ha sfiduciato Fuccio, perché “l’opposizione ha svolto il suo ruolo, ma sono stati pezzi della mia maggioranza che hanno deciso di interrompere questa mia esperienza, offrendovi questa opportunità su di un piatto d’argento”, continua Fuccio.
“Mi sono fatto il mio sufficiente convincimento sul fatto che non possiamo abbandonare la barca, perché Casoria ha bisogno di noi. Il sogno lo dovete recuperare. Quel sogno si deve essere solo interrotto, deve necessariamente proseguire. Un consigliere ha detto di me che ero il peggiore camorrista con il colletto bianco: questa è stata la peggiore delle offese, per chi come me ha sempre creduto nella forza dello Stato. Non ho voluto denunciarlo per non intasare le aulee di giustizia. Avrei ottenuto un risarcimento danni, ma lui sarebbe stato lì. Mi è bastato avere la Solidarietà di una parte dell’opposizione, il che sta a significare che c’è una parte delle Istituzioni che ha capito che un soggetto come quello non deve più entrare in un consiglio comunale” , prosegue l’ex Sindaco.
Seguono i ringraziamenti ai Colleghi di partito che lo hanno sempre sostenuto, tra cui la Consigliera Regionale Antonella Ciaramella, il Segretario provinciale democratico, Massimo Costa e il suo predecessore Venanzio Carpentieri, il Sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, gli ex Primi Cittadini di Afragola e Crispano, rispettivamente Mimmo Tuccillo e Carlo Esposito.
“Oggi raccolgo un messaggio che vorrò valutare con serenità … io vi riconsegno un sogno. Io ho il coraggio di continuare, con voi. Dobbiamo riprenderci Casoria, conclude l’ex Sindaco, consegnando la città nelle mani del Commissario straordinario Santi Giuffrè, ex questore di Napoli, fino alle prossime elezioni che si terranno verosimilmente il 26 maggio 2019.
Di Imma Castronuovo