Su Il Secolo XIX, l’editorialista Paolo della Sala, elenca svariati motivi “personali” che spingerebbero il premier francese a calcare la mano sul tiranno libico.
CASORIA.«Liberté, Égalité…Bombardé» decisamente piu’ attuale così (con questa modifica personalizzata per tenere intatta la rima) il famoso motto Rivoluzionario Francese;Da quando è iniziata l’operazione “Odissea all’Alba” (in americano Odyssey Dawn, che come al solito fa piu’ effetto) il transalpino è sicuramente tra i protagonisti. Dopo che, sabato scorso, i caccia francesi hanno fermato i carri armati di Gheddafi alle porte di Bengasi, e (l’ultima in senso cronologico) la notizie di un jet francese che ha abbattuto un aereo militare libico che aveva violato la no-fly zone, Sarkozy e le divisioni francesi sono diventati gli eroi della città, dove sventolano bandiere francesi e cartelloni di ringraziamento.
Ma oltre ai motivi “umanitari” e la massiccia dose di “solidarietà”, il virus Napoleonico che ha contagiato Sarkozy ha ben altre origini. Il collega de Il Secolo XIX, Paolo della Sala (Editorialista di politica estera per Il Secolo XIX e altre testate giornalistiche come Liberal, Il Riformista, L’Occidentale), ha riportato notizie che meritano una riflessione, inoltre Della Sala sul quotidiano ha elencato svariati motivi “personali” che spingerebbero il premier francese a calcare la mano sul tiranno libico. Ecco quanto evidenziato da CasoriaDue: «In Libia -vicino al Ciad, dove la presenza della Areva francese è massiccia già da tempo- esiste un giacimento di uranio, posto sotto il controllo di una società mista franco-cinese. La guerra sarebbe scattata per garantirsi il controllo di questo uranio, e sarebbe questo il motivo per cui la Cina non ha posto il veto in Consiglio di Sicurezza Onu. – cotinua con la seconda informazione – Gli USA, al momento defilati, starebbero in realtà dietro l’operazione Odyssey dawn, la prima con la Francia di nuovo con gli angloamericani e lontana dall’idea di esercito comune europeo. Gli USA -secondo la sinistra estrema francese- starebbero preparando uno sbarco ufficiale dei propri soldati nel continente africano, sotto il comando di AfriCOm».
Ecco invece l’elenco di tutti gli sgarri di Gheddafi nei confronti della Francia di Sarkozy:
Nicolas Sarkozy è divenuto presidente nel 2007, al termine di una competizione facilitata da un finanziamento illecito di Gheddafi, secondo quanto ha dichiarato Saif al Islam, figlio del rais.
Comunque sia andata, pochi mesi dopo la vittoria di Sarkozy, Gheddafi fu accolto con tutti gli onori a Parigi, accompagnato da 400 persone, e da “amazzoni di sicurezza”: lo stesso scenario poi rivisto a Roma.La Libia sembrava divenuta la paladina dei diritti umani nel mondo: l’embargo Onu era stato tolto nel 2004, il colonnello Gheddafi aveva appena rilasciato le infermiere bulgare -sequestrate con accuse improbabili- grazie alla mediazione della ex moglie di Sarkozy, Cécilia. La visita a Parigi durò cinque giorni, tra visite a Versailles e un intervento sui diritti degli emigrati in Europa, fatto alla sede della Unesco di rue de Miollis. Il succo della visita consisteva però in un grande shopping di armi, con acquisti per 10 miliardi di euro, tra aerei da caccia Rafale (gli stessi che ora bombardano il palazzo presidenziale di Gheddafi), unità navali, ed elicotteri della Eurocopter-Airbus. In cambio la Francia promise alla Libia la fornitura di un reattore nucleare, che ufficialmente sarebbe servito a desalinizzare l’acqua del mare, Nel frattempo i tedeschi si indignavano per un’operazione considerata spregiudicata e rischiosa. In quei mesi Sarkozy stava costruendo il suo progetto più ambizioso, l’Unione per il Mediterraneo (UPM), che avrebbe armonizzato la UE con gli stati del sud Mediterraneo dal Marocco alla Turchia, Israele inclusa. La struttura ideale era potenzialmente corretta, prevedendo la creazione di sviluppo tramite il libero scambio, come nel periodo delle Repubbliche marinare, ma l’idea era ostacolata dalla diffidenza dei tedeschi e dalla Greater Middle east initiative di George Bush, che però poneva come precondizione la nascita di democrazie nell’area araba. L’idea di Bush è poi stata rivista (con successo?) dallo staff di Obama, sul modello delle rivoluzioni arancioni sponsorizzate dal finanziere George Soros nei paesi post-sovietici.
Dopo la visita di Parigi, Gheddafi non ha mantenuto nessuna promessa fatta nel Memorandum of understanding. Già negli stessi giorni concesse quattro aeree di esplorazione sul gas a Shell, Gazprom, Sonatrach e Polski. Niente alla Total-Elf. Poi cominciò con infiniti rinvii degli acquisti. Nell’estate 2008 Gheddafi ospitò un summit dei paesi arabi e gettò l’anatema contro la nascente Unione per il Mediterraneo. Non partecipò alla cerimonia di inaugurazione dell’iniziativa francese e invitò gli arabi a seguirlo, in quanto la UPM “avrebbe alimentato il terrorismo di matrice islamica”, perché era un progetto di “colonizzazione economica”. Così contribuì ad affossare il piano di Grandeur euro-araba capitanato da Sarkozy, costringendolo a un ridimensionamento fatale, dovuto anche al tepore di spagnoli, greci, italiani, e ai timori arabi per la presenza di Israele. Nel 2010 Vladimir Putin ha ottenuto parte di una concessione Eni in Libia ed ha annunciato la fornitura di due performanti sistemi antimissile S-300, nonostante la forte opposizione di Usa e Israele. I russi avrebbero fornito anche 20 aerei, tra cui gli eccellenti Sukhoi Su-35 e Yak-130 (al costo di un miliardo). In arrivo anche decine di carri armati T-90. La Francia restava senza vendite, superata soprattutto dai russi che nel frattempo hanno venduto armi anche all’Algeria, per 7,5 miliardi. Solo il Marocco ha avviato con Parigi la ristrutturazione del suo parco aereo di Mirage F1 della Dassault, e si è impegnato per una fregata FREMM.Il business che doveva cementare il matrimonio Francia-Libia è saltato dall’inizio, poi la minaccia di uno scandalo per finanziamenti illegali a Sarkozy ha fatto scoppiare un incendio che serve di monito anche al resto del Maghreb, dove Parigi ha programmato la fornitura di centrali nucleari in ogni nazione.Ciò non toglie che l’operazione in Libia, per quanto finora farsesca sul piano esecutivo, abbia ragioni valide. Pensare che Gheddafi fosse il Garante del blocco dell’emigrazione di massa in Italia, e il Garante del blocco al terrorismo jihadista è di un realismo così irreale da far sorridere.