Se ne va, senza volerci ripensare, con l’emozione in viso di chi sa di aver vissuto una bellissima esperienza, unica nel suo genere. Lo annuncia, come promesso, dopo la gara contro la Roma con la commozione scritta nei suoi occhi e che trapela dal suono delle sue parole. L’ultima del campionato 2012/13 è stata anche la sua ultima partita sulla panchina del club azzurro. Un addio che era nell’aria già da diversi mesi, da quando con abile maestria si schivavano le domande sul futuro, ma che comunque è riuscito a lasciare spiazzati in molti. Walter Mazzarri così saluta Napoli, i tifosi e ogni componente dello staff societario, facendolo con grande fermezza. Senza polemiche né rammarichi, dicendo soltanto “grazie”. A suo dire, era necessario e non c’era altra scelta: molti anni con lo stesso gruppo, è vero, sono una lama a doppio taglio, risultano difficili da gestire e caricano di pressioni, come quella di non riuscire a trovare novità e di sentirsi prevedibile, oltre alla paura di non ripetersi. La sensazione di
aver dato tutto e la consapevolezza di non esser più capace di donare altro, stando sempre alle dichiarazioni del mister, partivano addirittura dall’estate scorsa e sono poi maturate definitivamente in questi mesi.
Chissà se sulle sue decisioni abbiano anche influito le ben note divergenze con i dirigenti, prime su tutte quelle con il presidente che, però, fino alla fine ha tentato in ogni modo di convincerlo a rimanere. Di certo, non c’entrano presunti contatti con alcuni top team, italiani o esteri che siano. Su questo Walter è stato sincero e ha persino giurato di non lasciare il Napoli per approdare in altre squadre. La voglia è quella di fermarsi un po’. Si valuteranno offerte più in là e solo se si avranno gli stimoli giusti.
Perché quattro anni lasciano il loro segno, specialmente se si portano a compimento imprese importanti e indimenticabili. Un secondo posto questa stagione con il miglior attacco e la seconda miglior difesa, con un record punti e con il capocannoniere del campionato. Come scordare poi le qualificazioni ai tornei continentali, soprattutto la Champions di due anni fa e il suo splendido percorso e la conquista della Coppa Italia esattamente 365 giorni fa?! E non si tratta solo di risultati: un gruppo cresciuto sia a livello agonistico sia a livello umano, l’exploit dei giocatori, alcuni dei quali divenuti anche un simbolo.
Una magnifica avventura che gli farà occupare per sempre un posto speciale nella storia del calcio partenopeo. Un operato che gli ha fatto guadagnare la stima di tutto il popolo azzurro. Se ne va con un sorriso, salutando e ringraziando di vero cuore tutti quanti, che a loro volta ricambiano con un immenso e caloroso abbraccio. Napoli nutrirà un infinito affetto e una smisurata gratitudine per l’allenatore che ha messo l’anima in ogni sfida, regalando sogni e portando la compagine ad altissimi livelli.