Le baruffe politiche casoriane protrattesi per mesi all’interno della maggioranza, scatenate da 4 moschettieri che accusavano il sindaco di inerzia, di decisionismo e di essere colpevole della mancata consultazione nella nomina dei dirigenti di uno dei maggiori artefici della sua vittoria, cioè il PD, si sono risolte con una saggia decisione: “avviare subito una discussione con l’intera maggioranza sulle questioni cruciali inerenti lo sviluppo e la crescita della città partendo dal PUC, Piano Casa e Regolamento Consiglio Comunale.” Non si fa cenno al problema dei dirigenti e alle nomine in Caspa e nel Consorzio cimiteriale. Roba non da poco. Il 13 u.s. grazie all’intervento congiunto dei responsabili provinciali dei 4 partiti della maggioranza il sindaco ha revocato le dimissioni presentate il 26 marzo. Con parole di stima per il sindaco e la sua coalizione, i padri provinciali auspicano il rilancio dell’azione amm/va soprattutto attraverso un nuovo organigramma di giunta. Si aprono le porte alle forze nuove che scalpitano sull’uscio delle stanze assessoriali. Ora si attende la convocazione del Consiglio Comunale per appianare le divergenze e prendere
decisioni condivise sui problemi evidenziati dai 4 e dal segretario PD. Avanti col patto della campagna elettorale. Appollaiati sugli scranni, i 15 della colazione, grazie agli officianti provinciali, si passeranno il calumet della pace. Augh. Ha prevalso il senso di responsabilità. Gli appartenenti alle tribù Sioux, Cheyenne, Apache e Comanche troveranno l’accordo per difendere ciascuno la propria riserva. Le tribù avversarie dei Piedi Neri che si apprestavano a sostituire i dissidenti hanno dovuto fare marcia indietro. Per il momento. Da noi non si sa mai! La commedia pareva sul punto di degenerare e trasformarsi nell’ennesima tragedia per Casoria: l’arrivo del commissario. Invece come in tutte le commedie-farse che si rispettino c’è stato il lieto fine. Un certo Shakespeare, uno dei maggiori esperti mondiali in tragicommedie, è l’autore di una commedia dal titolo: “Molto rumore per nulla.” Tutto si basa sui fraintendimenti di due coppie di innamorati e di un tiro mancino a spese di una delle due. Naturalmente tutto si chiarisce alla fine e le coppie si sposano e “vissero felici e contenti.” Si può ben dire che “scherzi a parte” ha un antenato illustre. Stupidone, è stato solo uno scherzo. Come nelle commedie-farse di cui anche il nostro Peppino De Filippo è maestro, tutto finisce a tarallucci e vino. Alla prossima!