In attesa del voto…
ROMA – MONTECITORIO – “Berlusconi faccia un passo di lato, Alfano premier”, così dichiarava solo poche ore fa ai giornalisti il leader della Lega e Ministro delle Riforme Istituzionali Umberto Bossi, richiamando una frase pronunciata da Gainfranco Fini, presidente della Camera, solo pochi giorni fa (il 5 novembre). E se perfino il compagno di sempre, l’alleato immancabile, colui che nonostante tutto credeva nel governo e in Berlusconi, parla in questo modo allora sta davvero per finire un’era.
Nel palazzo l’aria è pesante, le persone continuano ad entrare a frotte tanto che Montecitorio sembra in procinto di esplodere, più ci si avvicina alle 15.30, ora in cui verrà votato il già respinto rendiconto dello Stato, peggio è. Un vero e proprio esodo, come quello che in questi giorni ha caratterizzato il PDL da cui sono partiti almeno 20 deputati per approdare al gruppo misto o al più sicuro porto dell’ UDC, come l’ultima fedelissima che se n’è andata giusto stanotte: la Carlucci. Una storia con un finale prevedibile ma neanche tanto. Mentre l’ Italia crolla economicamente parlando e tutti sperano che il governo faccia la stessa fine per salvare il salvabile, c’è chi ancora non è sicuro della fine data dalla mancanza dei numeri in Parlamento. Si dice che Verdini stia facendo una campagna acquisti generale. Scopriremo solo tra poche ore chi avrà avuto ragione, ma probabilmente non oggi. L’idea più diffusa è che oggi il rendiconto dello Stato, che come spiegava Berlusconi è più una legge formale che altro, passerà ma con le astensioni dell’opposizione, del terzo polo, e dei nuovi dissidenti. Le astensioni dimostreranno la mancanza di numeri in parlamento, e suoneranno come una vera e propria sfiducia al Premier ma, costituzionalmente parlando, non avranno nessun valore. E se Berlusconi non si smentisce c’è da giurare che nonostante tutto non darà le dimissioni e, anzi, continuerà imperterrito sperando nel lavoro di Verdini. Insomma se deve morire muoia Sansone e tutti i filistei.
