Napoli, la Samp ko con il supporto dei napoletani. Ma De Laurentiis…

L’Italia cambia. Salerno pure. Salerno è una splendida Città della Campania, tra le poche che riuscisse a praticare un calcio decente. L’altra era Torre Annunziata, la terza Bagnoli. Quante volte ho ripetute queste cose! I nomi di Valese, Volpe e compagni nel ricordo indelebile dei conoscitori e degli appassionati alla storia del calcio. Certo, quelle vecchie faine non avrebbero commesso gli errori sottoporta che a Cagliari commise il Napoli di Rafa Benitez, pur sempre così misurato e sabato insolitamente disinvolto! A tal punto da fare apparire il catenacciaro Cagliari come una grandissima compagine. Soprattutto in possesso di un gioco che in realtà non ha.

Salerno cambia, dicevamo; come cambia Napoli e farà bene a cambiare un tantino anche Rafa Benitez, spostandosi verso una ricerca meno sommaria degli elementi migliori in un modesto ma interessante vivaio affidato, oggi, alle cure di Gianluca Grava. I tecnici sono padronissimi di poter muovere le pedine come ritengono, i presidenti però sono altrettanto padroni di imporre al tecnico la politica sportivo – sociale che viene ritenuta più giovevole, agli interessi del sodalizio.

Domenica ho assistito ad una splendida anche se tesa partita tra Crotone e Palermo. Al proscenio il tandem Dezi – Abel Hernandez. Talmente splendida la partita da indurmi a non guardare tutte le altre gare di serie B. Mi comunicano (chissà perché) che anche molti calciatori del Napoli sono stati a guardare. Chissà (ma penso di sì) se l’hanno vista Benitez con il fido Pecchia e Bigon, prontissimi, sempre, a reagire a qualche giusto appunto che gli viene mosso ma non altrettanto pronto ad almeno farsi vivo in salotti televisivi o giornalistici. Ma tant’è. Siamo in tanti.

Le televisioni si incontrano tra di loro, nel dopo partita, giornalisti e cameraman. E parlano, progettano.

Un amico, poi, mi racconta, invece, del grande lavoro di organizzazione tecnica che sta facendo Gianluca Grava. E’ Barresi il responsabile organizzativo; Caffarelli è invece il responsabile dello scouting giovanile.

I dirigenti (quelli ufficiali) difendono il lavoro di Grava. Bigon, invece, dovrà seguire e curare i tanti scugnizzi napoletani in giro per l’Italia (Maiello a Terni e Ciano a Padova, Palma a Vicenza, Izzo ad Avellino e De Vena a Viareggio, Sepe a Lanciano, Dezi a Crotone, Dumitru al Cittadella, Vargas al Gremio). Infine un posticino per Insigne bisognerebbe trovarlo! Sarebbe stato utile alla causa napoletana, certamente, molto più di Pandev.

Aurelio De Laurentiis potrebbe essere il capo della spedizione della nazionale italiana ai Mondiali in Brasile. Aurelio è un buon torrese, confuso da tante brutte cosuccie, ma nessun presidente di serie A ha la stessa caratura ed esperienza internazionale del presidente del Napoli. Di Aurelio, in Lega, si parla anche per altri importanti incarichi. Frequentasse di più Napoli e le sue terrene sfaccettature potrebbe essere più aggiornato. Ma gli impegni di Aurelio, sono tanti. A tal punto da fargli dimenticare la base, sulla quale pur continua a reggersi.

La dialettica del Napoli è misteriosa, dico misteriosa per non dire incomprensibile. Le manovre si avvolgono attorno a questa nostra società come rampicanti complicati e difficili.

E voi, pure cari, vecchi, incredibili, inguaribili napoletani. Dopo la Champions League, Cagliari, Natale e Capodanno tutti al San Paolo per battere la Sampdoria. Per due a zero, magari, con gol di Hamsik e il vostro errore di sempre. Ma De Laurentiis regge o no?

Share This Post