Parthenope, un film dalle mille sfaccettature

Parthenope è uscita nelle sale cinematografiche di tutta Italia, con una vena malinconica che non smentisce mai il grande Paolo Sorrentino. Meravigliose sono le scenografie, si racconta e si vede una Napoli dal 1950 ai giorni nostri. Il cast è eccezionale, la protagonista Celeste Dalla Porta è bravissima, la storia è particolare. Tutto ruota intorno a Parthenope, ma chi è realmente? Non è una sirena, è una donna che nasce a mare nel 1950, e già dal ventre materno è amata da suo fratello Raimondo, che fa della sua vita un soffio. Già perchè la sua vita è stata un soffio. Parthenope è alla continua ricerca della parola giusta, nonostante studia antropologia. Lei è curiosa, e infinitamente affamata d’ amore, ma non sa amare. Vive un rapporto quasi o del tutto incestuoso con suo fratello ( sarà lo spettatore a con la sua immaginazione a comprendere ), ma lui non regge al dolore nel vedere Partenope che ha un rapporto sessuale con il suo migliore amico…e la sua vita si spegne con un soffio nella moderna Capri. Parthenope tra rapporti sessuali con uomini e donne, è alla continua scoperta del mondo. Come cita Luisa Ranieri nel ruolo di Greta Cool : sei bella e indimenticabile, ma hai gli occhi spenti. Parthenope viene dal mare, e come il mare è piena di mistero…E tanto burrascosa. Nelle sue conquiste non si evince gioia e soddisfazione, ma solo un velo di tristezza che ricopre il suo volto, forse perchè nella sua infinita voglia di scoprire ha vissuto l’ insoddisfazione di una vita vuota, come aver assistito all’ unione di due famiglie, davanti agli occhi dei presenti spettatori come un film hard che racconta l’ incredulità di una realtà impossibile ma chissà veritiera, perchè oggi forse nulla più fa scandalo, peccato! La vergogna non esiste più per tanti! Parthenope è così, sfacciata, priva di vergogna, e priva di emozione anche quando si laurea con il massimo dei voti. Lei spietata e fredda decide di abortire, e forse comprende il suo errore, ma è troppo orgogliosa per ammetterlo. Infatti si commuove davanti a una studentessa universitaria davanti a una scena muta in aula per l’ esame, e il suo 30 con lode assegnato è forse la consapevolezza della sua debolezza davanti a un grande coraggio. Il film abbraccia tante tematiche, l’ amore incestuoso, l’ omosessualità, l’anaffettività, la ricchezza, la povertà, la camorra, la religione, il miracolo a cui tengono i Napoletani, la voglia di scoprire, l’ infelicità di un padre per un figlio, il senso di perdizione, come quando indossa il tesoro di San Gennaro per pura vanità e sovranità, diventando la tentazione carnale del Cardinale. Anche il peccato non le fa paura, sfida la Chiesa e il Credo. Forse sfida la vita con le sue lacrime che poco dicono ma che tutto raccontano, già perchè raccontano peccati mai ammessi, e un’ insoddisfazione innata. Parthenope è una sirena fuori dall’ acqua, lei sa ammaliare senza cantare, lasciando senza voce chi la guarda. Forse lei vuole solo vendicarsi della sua sofferenza che per Napoli è storia o leggenda. Parthenope va vista con occhi senza giudizio, forse perchè lei non dà giudizi. Partenope lascia il suo mare per rifugiarsi nella fredda Trento per 40 anni, tutta l’ università dove ha insegnato l’ applaudisce con affetto, di lei nessuno sa niente, ma l’ amano per ciò che ha saputo insegnare, forse perchè ancora cercava la risposta: cos’ è l’ antropologia?

Con le note di Riccardo Cocciante che canta “era già tutto previsto” una straordinaria Stefania Sandrelli, che interpreta Parthenope adulta, socchiude gli occhi e ricorda la sua vita, paragonandola a Napoli. Per lei l’ amore è provare a sopravvivere, sì perchè Napoli vive d’ amore e sopravvive sempre, e le immagini della vincita dello scudetto del 2023 rappresentano una Napoli che si reinventa sempre, e forse solo in questo momento vediamo una Parthenope gioiosa di ritornare nella sua città…e magari di cominciare o ricominciare a vivere.
Cristina Ferraiuolo

Share This Post