PER CASORIA, LA PRIMAVERA DEL RISCATTO SOCIALE. “Un amministratore coscienzioso combatte la mafia più di un poliziotto schierato”

“Rompere col passato”: è ciò che i cittadini casoriani si attendono dall’amministrazione Carfora, auspicando, come promesso in campagna elettorale, una politica al servizio della collettività. L’impegno a favore della legalità e della correttezza amministrativa, annunciato dal presidente del Consiglio comunale Pasquale Fuccio nell’intervista pubblicata Domenica scorsa, lascia, in tal senso, ben sperare. In particolare, vorrei sottolineare questo passaggio: “Penso che la prima cosa che dovremmo riportare all’attenzione del Consiglio sono gli sportelli anticamorra, antiusura e antiracket”.

E’ noto che anche Casoria, come tante città del martoriato Sud, è soffocata dalla morsa del pizzo e dello strozzinaggio. Va accolta, quindi, con soddisfazione l’intenzione di predisporre strumenti mirati a contrastare alcune delle  attività lucrose sulle quali la criminalità organizzata fonda, anche nel nostro territorio, il suo potere economico. “I ragazzi di Locri” – racconta il vescovo Gianpaolo Maria Bregantini –

“nei giorni della risposta corale all’omicidio dell’on. Franco Cotugno avevano creato un’immagine: tra lo Stato e la mafia c’è un sistema di vasi comunicanti; se l’acqua va nella conca dello Stato, la mafia resta senza risorse, perché lo Stato è efficiente e solido; ma se lo Stato e le sue istituzioni non funzionano, l’acqua necessariamente corre e alimenta la vasca della mafia”. “La morale” – conclude l’attuale Arcivescovo di Campobasso – Bojano – “è che un amministratore coscienzioso combatte la mafia ancor più di un poliziotto schierato, e un maestro accorto e sensibile forma coscienze capaci di resistere alla piovra mafiosa più di qualsiasi altro”.

 

Certo, il mezzogiorno è caratterizzato da un tessuto sociale, economico e culturale debole, sfilacciato, deteriorato da piccole e grandi illegalità, dal lavoro nero, da evasione fiscale, dal disinteresse per il bene comune e per i beni comuni. L’alternativa è una sola: un lavoro “ a rete” tra associazioni e tra queste e le istituzioni che sul territorio rappresentano lo Stato. Bregantini, quando era Vescovo di Locri, ripeteva spesso: “Un filo da solo si spezza, intrecciato con altri diventa una fune che non si spezzerà mai”. Quindi, gli sportelli anticamorra e antiusura saranno efficaci e capaci di incidere positivamente nel nostro contesto urbano se la società civile, le organizzazioni del mondo commerciale e imprenditoriale di Casoria sapranno consapevolmente fruirne, opponendosi a tanti atti illegali ai quali ci si è assuefatti e avendo il coraggio necessario per segnalarli e denunciarli. A livello istituzionale e associativo dovrebbe sorgere, nella nostra Città, una primavera del riscatto sociale, come quella di cui si è fatta promotrice la Chiesa napoletana con il Giubileo. Il cardinale Sepe ha chiamato a raccolta le forze sane di Napoli e dell’intera Diocesi per combattere il male con la forza dell’unità permeata dalla tensione per il Bene e ciò si sta concretizzando in svariate iniziative progettuali a favore dei deboli, dei disagiati, dei giovani disoccupati, degli ammalati, dei ragazzi sbandati. Anche la società calcio Napoli, nella persona del presidente De Laurentiis, ha risposto all’appello dell’Arcivescovo ( tifosissimo del Napoli), contribuendo alla realizzazione di un progetto a favore dei giovani universitari meritevoli di essere sostenuti negli studi.

Nel Consiglio comunale, il gruppo, seppure esiguo, di giovani eletti di ambedue gli schieramenti ( sostenuto da colleghi di età matura,ma dall’entusiasmo e dalla passione giovanili) potrebbe far mutare, in chiara ottica bipartisan, il clima nel Palazzo, promuovendo una nuova stagione politica nella quale ci sia la spinta a creare legami, a intessere relazioni e a dare vita a una serie di condizioni per resistere insieme e insieme fronteggiare le disonestà, le illegalità, il malaffare. Volesse il cielo che  a Casoria, grazie alla collaborazione tra Ente locale e organismi associativi, si creasse finalmente un modello di sviluppo basato sulla qualità della vita, sul rispetto dell’ ambiente con la raccolta differenziata in tutti i quartieri in base al modello Vedelago, sull’utilizzo ecosostenibile di almeno qualche area dismessa, sulla promozione della cultura, del turismo religioso, dello sport, delle politiche giovanili. E’ questa la Casoria che agogniamo ardentemente per le nuove generazioni, la Casoria in cui si ha ancora il coraggio di lottare e , per questo, di  sperare, la Casoria che ti fa provare brividi di gioia, che ti scuote l’animo , liberandolo dalla fuliggine della rassegnazione.  Qui, nella Città di Padre Ludovico, di San Mauro, di S. Giulia Salzano, della beata Maria Cristina Brando, del Cardinale Maglione e di altre illustri personalità, è oltraggioso nei loro confronti cedere al male, al fatalismo che ti porta a dire “Nun cè sta niente a fa”. Lo spirito delle figure citate, di cui permeare le nostre coscienze sopite, dovrebbe indurci a dire:  “Qui, vale la pena dispensare i “nostri sorrisi”, sopportare “le nostre sofferenze”, alimentare “le nostre speranze”,vivere come comunità civile, “il nostro diritto, sacrosanto diritto, all’affermazione”, per una vita più a misura d’uomo.

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