Pescara, Di Battista: “Una sorpresa il divario di 10 punti con la Primavera del Napoli”

“Ho un debole per Antonio Negro, un attaccante d’ottime prospettive”

Sabato dopo tre settimane di stop ricomincia il campionato Primavera, il Napoli farà visita al Pescara, una realtà molto interessante in termini di produzione di talenti realizzata dal settore giovanile. Per saperne di più sulla formazione abruzzese, la redazione di IamNaples.it ha intervistato in esclusiva il coordinatore tecnico del vivaio del Pescara Antonio Di Battista.

38 punti il Pescara, 28 il Napoli. Ti aspettavi un divario così ampio, di ben dieci punti, con la Primavera azzurra a tre giornate dal termine della regular season?

“Non me l’aspettavo assolutamente, storicamente il Napoli ha sempre prodotto squadre molto competitive. Il club azzurro può pescare in un bacino d’utenza molto ampio e in una terra fertile di talenti. Vedere dieci punti di distacco è una sorpresa ma il Napoli paga una partenza stentata. Se facessimo una classifica relativa al girone di ritorno, gli azzurrini sarebbero in ottima posizione, tra le prime. Con questo rendimento hanno dimostrato di essere una buona squadra e poi, quando le squadre esprimono un cammino in crescita, vuol dire che è stato compiuto un lavoro interessante. Nel gruppo di Saurini ci sono vari ragazzi da seguire con attenzione, io poi ho un debole per Antonio Negro, un attaccante d’ottime prospettive. Anche noi abbiamo vissuto un cammino simile al Napoli, dopo sette giornate eravamo ultimi con due punti, poi ne abbiamo collezionati trentasei nelle ultime sedici, in cui solo il Palermo ha avuto un cammino migliore del nostro. Siamo più che soddisfatti dell’operato della Primavera, bisogna attribuire grandi meriti a mister Ruscitti e al suo staff oltre che ringraziare il nostro presidente Daniele Sebastiani che crede nel settore giovanile, è attento al nostro lavoro e compie anche degli sforzi rilevanti per far crescere il vivaio. La prima squadra ha attinto tanto, siamo orgogliosi di questo e ringraziamo mister Oddo che, quando deve gettare nella mischia un giovane talento, non ci pensa due volte. Torreira e Selasi, un ’96 e un ’97, sono stabilmente in prima squadra e poi c’è la gara di Avellino che ha dato grande visibilità al nostro settore giovanile. Contro attaccanti esperti e di spessore, Oddo ha messo in campo in difesa tre ’97 (Vitturini, Ventola e Mandragora) ed un ’93, Fornasier”

Nella Primavera del Pescara c’è una colonia napoletana formata da Forte, Del Sole e Iorio. Che prospettiva hanno questi ragazzi?

“Forte purtroppo per un problema fisico non sarà disponibile per un po’ di tempo, Del Sole e Iorio sono stati in panchina con la prima squadra, sono indiscutibili le loro qualità tecniche ma in un percorso di crescita sono rilevanti tanti fattori, come soprattutto la mentalità e la personalità”

La Campania Felix è una terra che frequentate con regolarità alla ricerca di giovani talenti. Avete già pescato qualche ragazzo per la prossima stagione?

“Ci sono dei prospetti che abbiamo visionato nella prima parte della stagione, con alcune società ho anche trovato l’accordo ma non faccio nomi perchè poi può capitare che poi qualcuno possa non mantenere la parola”

Hai allenato Marco Verratti, che è stato molto vicino al Napoli. Ci puoi raccontare qualche retroscena in merito e poi c’è un “nuovo Marco Verratti” nel vivaio del Pescara?

“In tutti i gruppi ci sono ragazzi con prospettive importanti, dalla Primavera all’Under 15 ma parlare di nuovo Verratti è molto impegnativo. Marco insieme ad Insigne rappresenta il meglio del calcio italiano dal punto di vista tecnico. Basta pensare che Marco è passato direttamente dagli Allievi Nazionali alla prima squadra saltando completamente il passaggio in Primavera. Mi ricordo che venne a giocare solo una gara contro il Catania perchè doveva ritrovare la migliore condizione dopo un infortunio. Marco è un ragazzo straordinario, quando giocava negli Allievi sotto età, veniva anche il lunedì al campo per seguire le partite dei suoi compagni che giocavano nei Fascia B. Sono sicuro che ce la farà per l’Europeo perchè, conoscendolo, penso che ce la metterà tutta per essere pronto e dare il suo contributo con la maglia della Nazionale. C’è stato un interessamento del Napoli, mi ricordo che la trattativa era anche molto avviata, però, Marco non parla mai di queste situazioni”

Domenica l’Under 17 A e B del Pescara ha affrontato il Napoli a Sant’Antimo, si nota nelle vostre squadre un’identità di gioco simile. Che lavoro fate in tal senso?

“Sui moduli non siamo fiscali, lasciamo libertà, però lavoriamo per avere un’identità di gioco comune. Vogliamo in tutte le categorie esprimere un calcio propositivo. E’ molto difficile che i nostri difensori lancino il pallone in avanti senza una logica, per noi bisogna costruire la manovra proprio dalla retroguardia. Crediamo che questa sia la filosofia più giusta per portare tanti giocatori in prima squadra che naturalmente è il nostro obiettivo”

L’eliminazione dai Mondiali circa due anni fa sviluppò in Italia un dibattito ampio in merito all’investimento nei settori giovanili, alla capacità di formare dei talenti. Pensi che la situazione del calcio italiano in tal senso sia migliorata? Qual è la tua idea in merito?

“Credo che la questione sia più ampia, vada inquadrata in un’ottica sociale. Una volta c’era la strada, l’oratorio, il campetto sotto casa, oggi, invece, i giovani trascorrono le giornate con il pc. Sono stato spesso in Uruguay, una nazione che ha appena tre milioni e mezzo di abitanti, meno della Campania, ma sforna continuamente dei talenti perchè ha un habitat sociale simile a quello che c’era in Italia trent’anni fa. Questo concetto vale anche per la Croazia che ha poco più di 4 milioni d’abitanti ed esprime tanti talenti nelle Nazionali giovanili. I ragazzi in Italia giocano e s’allenano troppo poco, nelle scuole calcio si fanno spesso solo due sedute a settimana. Bisogna fare in modo che il calcio entri nella quotidianeità, a livello agonistico nel tennis, nel nuoto e nella ginnastica ritmica per esempio ci si allena tutti i giorni sin da bambini. In Italia ci sono 232 scuole calcio specializzate, inserirei tra i requisiti necessari per ottenere questo titolo l’obbligo almeno per le categorie Primi Calci e Pulcini d’allenarsi tutti i giorni. Se un ragazzino s’allenerà solo due volte a settimana, non diventerà mai un talento, sono molto convinto di questo concetto. Oltre questo cambiamento, è necessaria poi la meritocrazia che purtroppo spesso non regna sovrana”

A cura di Ciro Troise

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